lunedì 9 marzo 2009

«Ma non si arrivi mai alla selezione del sesso del neonato»

La tribuna di Treviso — 01 marzo 2009 pagina 09

PADOVA. «Se si tratta di un intervento di miglioramento delle percentuali di successo, all’interno di quello che dispone la legge, è accettabile. Basta che la scelta dello spermatozoo non porti alla selezione del sesso, che apre a prospettive ben peggiori». Valutare una ricerca scientifica richiede sempre grande cautela. A maggior ragione se non se ne conoscono perfettamente i termini. Per questo don Renzo Pegoraro usa molta circospezione nell’esaminare l’innovazione dell’andrologo padovano Carlo Foresta. E guarda con attenzione i limiti della legge 40, approvata nel 2004, che regola l’intervento della procreazione medicalmente assistita. Docente di bioetica alla facoltà teologica dell’Italia settentrionale e presidente della fondazione Lanza, don Pegoraro guida anche il comitato etico dell’azienda ospedaliera di Padova: è abituato a confrontarsi spesso con il confine sottile tra le storie personali di tanti pazienti e la coscienza di cristiano. «Resta l’obiezione di fondo della Chiesa alla fecondazione in vitro. All’intervento della tecnica sulla riproduzione umana - ricorda il prelato - Ma da un punto di vista strettamente tecnico, mi sembra che questa innovazione rientri nei limiti della legge 40. E che quindi non ci siano obiezioni da fare». Non si tratta di eugenetica, perchè non c’è nessun processo di selezione a livello di geni. «E non va a toccare gli embrioni - sottolinea don Pegoraro - Si tratta di un intervento che va a migliorare aoltanto la tecnica della fecondazione. Aumentando le possibilità di successo». Il rischio da evitare è che selezionando lo spermatozoo migliore si possa arrivare anche alla scelta del sesso del nascituro, e da qui in poi ad altre scelte sempre più pericolose. «La selezione del sesso è vietata dalla legge. L’unico pericolo di questa ricerca è questo: che in qualche modo qualche genitore possa pensare di intervenire su quello che è un processo naturale, condizionandolo - sottolinea il docente di bioetica - Questo può aprire la strada a una serie di altre selezioni. Una possibilità che non è assolutamente accettabile» Nessun rischio di eugenetica quindi. Una possibilità seccamente smentita dallo stesso professore autore della ricerca, che se la cava con una battuta: «Macché eugenetica, al massimo è euspermatogenetica» risponde Carlo Foresta. Per eugenetica si intende la possibilità di selezionare le caratteristiche fisiche dei neonati, attraverso modifiche nei geni. E’ vietata in tutto il mondo.

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