lunedì 24 gennaio 2011

Quelle donne fuorilegge per amore Italia, 100 casi di uteri in affitto

Repubblica - 24 gennaio 2011

Chi ricorre a una gestante a pagamento all'estero per avere un bambino. E poi: i bimbi che nascono dal freddo e donazione eterologa. Ai nuovi genitori "a tutto campo" è dedicato un convegno, da domani a Catania

COME Nicole Kidman: per avere un figlio hanno chiesto aiuto e pagato ad un'altra donna, ma loro in segreto, tra sensi di colpa e paure. Sono almeno cento le donne italiane che sono ricorse all'utero in affitto, a una gestante a pagamento all'estero perché, malate, altrimenti non avrebbero potuto avere un bambino. Tra alti costi, timori, sotterfugi e viaggi oltre frontiera perché da noi è vietato. Sono mamme fuori legge per amore. Come le oltre 5mila che dal nostro paese ogni anno varcano i confini, dalla Spagna ai paesi dell'est per l'inseminazione eterologa off limits in Italia, perché i loro ovuli sono vecchi o malati, perché il loro compagno è sterile. Questo raccontano i dati, le stime degli esperti, dell'Osservatorio sul turismo procreativo del professor Borini.

Ogni giorno un bambino nasce dal freddo. Donne fuorilegge per amore, figli con il codice genetico diverso dai genitori che li crescono, embrioni congelati o abbandonati. Figli del ventre, del cuore, partoriti e adottati, in affido. O nati dal freddo: come i 350 bebè che ogni anno vengono alla luce in Italia da embrioni crioconservati. Di tutto questo si parlerà da martedì a Catania durante il convegno "Genitori a tutto campo" organizzato dall'associazione Hera che da anni si occupa di infertilità tra assistenza alle coppie.

Ecco i nuovi genitori. Una settimana di incontri e dibattiti sulla legge 40, sui ricorsi alla Corte Costituzionale, su adozioni e affidi, tra interventi di medici del calibro del professor Flamigni, associazioni, analisi sulla legislazione europea in materia. Tutto questo, dice il professor Antonino Guglielmino, direttore di Hera - per capire dove siamo, cosa sta cambiando nella società, nella coppia e nella famiglia, nei modelli di genitori. Quali possibilità la scienza apre a chi sogna un figlio e quali difficoltà e nuove realtà la psicologia deve affrontare per garantire equilibrio e serenità".

Donazione eterologa, tra anonimato e verità. Così ad esempio la professoressa Volpini docente psicologia all'università La Sapienza in uno dei suoi interventi analizzerà se esistono problematiche nello sviluppo psicologico del bambino legate all'anonimato dei donatori degli embrioni e dei gameti. Perché, sempre che un genitore decida di dire tutta la verità al figlio su come è venuto al mondo, in Spagna i donatori sono anonimi, in Inghilterra o Svizzera invece hanno deciso che per il bene dei ragazzi se vogliono a 18 anni possono conoscere chi ha donato un gamete. "In Italia si parla sempre dell'importanza della famiglia così come viene invocato il sostegno alla genitorialità. Purtroppo, alle parole non corrispondono i fatti: la strada per le coppie che vogliono avere figli e creare una famiglia è pieno di ostacoli, non solo sotto il profilo economico. Allo stesso tempo, c'è una mancanza di consapevolezza sui cambiamenti nella concezione della famiglia, con il risultato di una profonda solitudine e di un isolamento delle persone e con la chiusura verso le nuove realtà", aggiunge Guglielmino.

Pma: in alcune regioni un diritto, in altre un lusso. Così, con racconti, esperienze dirette e statistiche, si parlerà anche della procreazione medicalmente assistita vissuto come lusso o diritto a seconda delle regioni. "Non essendo stata inserita nei livelli di assistenza in alcune regioni e gratuita in altre praticamente impossibile col risultato di un'emigrazione da regione a regione di oltre 5mila viaggi della speranza", dicono le associazioni come Sos infertilità che interverranno assieme all'avvocato Costantini presentando una mappa della situazione italiana.

Embrioni congelati, tra adozione e scienza. Si parlerà anche di bambini adottati, ma anche di embrioni congelati: "una nuova possibilità di genitorialità?" è il titolo dell'incontro che valuta dal punto di vista medico e giuridico - dalla relazione della dottoressa D'Amico, costituzionalista - le possibilità di adozione degli embrioni abbandonati. Da anni infatti si discute in Italia sul destino degli embrioni abbandonati e non utilizzati nei trattamenti di procreazione medicalmente assistita. Dal censimento eseguito dall'Istituto Superiore di Sanità risultano esserci oltre 3000 embrioni criocongelati e senza alcun destino. La recente sentenza della Corte Costituzionale italiana nel garantire il diritto alla salute della donna ha individuato nella crioconservazione degli embrioni in sovrannumero un elemento di tutela. "C'è quindi, la necessità di affrontare seriamente e velocemente il problema del destino degli embrioni già criocongelati ed abbandonati e di quelli che in futuro potrebbero non essere impiantati" dicono gli esperti di Hera.

Caterina Pasolini

sabato 22 gennaio 2011

.....ricordi

Cittadella 05/08/2007 - Montebelluna 22.01.2008

Mi sono preso un po’ del mio tempo, il tuo tempo…. e come in ogni ricorrenza mi sono fermato, la testa è partita, il cuore si è contratto …. Ecco ho riaperto il cassetto!

Ci sono dentro e …. riappaiono i sondini, internet, la tua mamma, le lacrime, la maschera per l’ossigeno, il saturimetro, il divano, il ciuccio, l’aspiratore, il latte, la siringa, la tua pancia mai ferma, i nonni, l’appartamento che non c’è più, i sospiri, il letto in ospedale, la speranza, una notte lunga e inesorabile, la tua fatica, il tuo silenzio per sempre, un lungo e interminabile abbraccio e .... tutto quello che ci hai lasciato dopo.

papà

sabato 15 gennaio 2011

«Pressioni» sulle pazienti «Puniremo i responsabili»

Corriere del Veneto - 15 gennaio 2011

Fecondazione, dopo la denuncia delle neo-mamme pugno duro di Cestrone.«Costrette a firmare sotto anestesia». Ospedale parte civile contro Artibani

PADOVA - Torna il clima da resa dei conti in ospedale. Lo stesso respirato due anni fa per lo scandalo dei parti fantasma di Antonio Ambrosini (le indagini sul caso sono ancora aperte) e l'anno scorso per l'affaire Artibani, il primario di urologia, poi finito a Verona, che minacciava di mandare alle stampe un libro con rivelazioni esplosive contro medici, docenti universitari e magistrati. Dopo la notizia dell'esposto alla magistratura fatto dalle ex pazienti del centro di procreazione assistita della Clinica ginecologica - che da un lato si oppongono alle pretese dell'Azienda ospedaliera, che vorrebbe far pagare loro a distanza di anni le prestazioni non riscosse e dall'altro lato dicono di aver subito abusi di potere per ottenere la firma sul tariffario - interviene il direttore generale dell'Azienda, Adriano Cestrone, che annuncia «rigorosità estrema» nei confronti dei medici che potrebbero aver sbagliato. «Alla luce di quanto emerso dalle parole delle pazienti, che hanno riferito alla stampa di aver "subito abuso di potere per ottenere la firma sul tariffario" (www.sosinformazioni.it) - recita la nota - la direzione generale intende far chiarezza sui fatti e risalire con rigorosità estrema ad eventuali responsabilità da perseguire ». Cestrone, prima di proseguire con la linea dura nei confronti delle pazienti, sembra intenzionato quindi a far pulizia in casa propria.

Il compito però si presenta arduo. Ieri circolavano in ospedale anche i nomi dei medici che sarebbero coinvolti nei presunti casi di abusi. Al momento si tratta solo di voci, tutte da verificare. Ma la fuga di notizie ha contribuito a far salire la tensione. Su internet, intanto, spuntano nuovi casi di possibili irregolarità nella gestione delle procreazioni assistite. Come questo, scritto da Anna. «Qualche giorno prima del prelievo ovocitario, ricevo una telefonata, dove vengo invitata dall’ospedale a ritirare e firmare una nuova liberatoria dove viene citato che, per l’eventuale fecondazione degli ovociti, dovrò pagare alla struttura 700 euro, contro i 36 di ticket pagati nei precedenti interventi. Basita, chiedo spiegazioni, ritenendo che l’informativa precedentemente firmata fosse sufficiente ad obbligare l’ospedale a portare a termine il trattamento. Ma la risposta è che "la Direzione ha loro imposto di richiedere il pagamento del nuovo tariffario anche a chi avesse già intrapreso la terapia farmacologica". Solo qualche giorno dopo mi rendo conto che non avrei dovuto firmare e tanto meno pagare». Il caso promette di riservare sorprese già nei prossimi giorni. In chiusura una nota: l'ospedale si costituirà parte civile nel possibile processo contro gli urologi Walter Artibani e Vincenzo Ficarra, indagati per la morte in corsia del frate Giuseppe Menini. Artibani e Ficarra non sono ancora stati rinviati a giudizio, ma Cestrone ha firmato lo stesso una delibera nella quale scrive che «l'operato dei medici è apparso fin da subito lesivo dell'immagine dell'Azienda». Non era mai successo prima che l'ospedale si schierasse in un procedimento contro i propri medici.

Giovanni Viafora