venerdì 31 ottobre 2008

La Corte Costituzionale rinvia discussione sulla legge 40

La Corte Costituzionale ha rinviato a data da destinarsi la discussione sulla costituzionalita' della Legge 40 sulla fecondazione assistita, originariamente prevista per il prossimo 4 novembre. Lo affermano in una nota congiunta gli avvocati Gian Domenico Caiazza, Filomena Gallo, Gianni Baldini, legali di alcune associazioni che avevano fatto ricorso alla legge 40. 'La Corte doveva discutere un primo ricorso per il 4 novembre, ma essendoci un'altra ordinanza nel frattempo intervenuta, e una successiva, sempre del tribunale di Firenze, di un'altra coppia ancora, ha rinviato la discussione a data da destinarsi, molto probabilmente per discutere tutti assieme i provvedimenti.'

Aduc - 31 Ottobre 2008

Le mamme over 40 ultimo record italiano

Repubblica — 30 ottobre 2008 pagina 1 sezione: PRIMA PAGINA

Margherita e Matilde corrono veloci, si tengono per mano. Hanno da poco cominciato a parlare, una delle loro frasi preferite è: «Giochiamo insieme?». Per loro, le giornate non dovrebbero finire mai e le notti sono ancora troppo lunghe. «Una disturba l' altra, si svegliano a ripetizione. Con le gemelle è così». Nonostante la fatica, Claudia Amato è raggiante. Una madre felice. «All' inizio tutti mi compativano. "Povera" commentavano le mie amiche. E invece sono stata fortunata. Anzi, miracolata come dicono i medici». All' età di 41 anni, Claudia ha partorito due belle bambine che adesso vanno all' asilo. Tecnicamente, rientra nella sempre più folta categoria delle "mamme tardive", ovvero donne diventate madri dopo i quarant' anni. È in buona compagnia. Quelle come lei sono più di 28mila, un numero che è quasi raddoppiato rispetto a venti anni fa, una piccola fetta (5,6%) della fecondità in continuo aumento, e che rappresenta un record europeo. L' Italia è infatti il paese con più "mamme over 40": in Francia sono solo il 3% così come in Gran Bretagna, in Germania il 4%. Anche l' età media in cui le donne italiane partoriscono il primo figlio (31 anni) è la più elevata dell' Occidente (27 anni negli Stati Uniti, 29 anni in Francia e Spagna, 30 in Germania). I dati raccontano con quale ritmo sia cambiata la nostra società. Una volta, in un tempo non troppo lontano, le donne entrate nei fatidici "anta" erano già nonne; oggi si cimentano con pannolini, biberon e palestrine. «È la realizzazione dello slogan sessantottino: 'Godere senza intralci' » ha scritto Libération a proposito della situazione francese, dove anche l' età delle neomamme avanza. «Un po' troppo semplicistico» avverte Linda Laura Sabbadini, direttore centrale all' Istat. «Le donne italiane vogliono realizzarsi in tutte le dimensioni del vivere. Rinviano molti eventi della propria vita, e non è affatto detto che lo facciano per scelta: investono di più in cultura, ma trovano lavoro più tardi, sono più precarie, e il loro precariato dura più a lungo. Dopo la gravidanza, una donna su cinque deve rinunciare alla professione non essendo supportate né dal partner né dai servizi in un sistema di Welfare che vede la spesa sociale tra le più basse di Europa. Nonostante ciò, al figlio non rinunciano, magari lo rimandano e ne fanno uno solo. Significa che la disaffezione alla maternità non è poi così diffusa». La maternità a quarant' anni è come una vittoria dopo una partita molto combattuta. «Le mamme italiane devono fare i salti mortali per potersi permettere un figlio perché il clima sociale nel nostro Paese è sfavorevole alla maternità, quindi tutto avviene sulla base di strategie individuali» sintetizza Sabbadini, che è curatrice di una corposa ricerca Istat sulla condizione delle donne italiane. «Dalle nostre indagini, emerge che le donne e gli uomini del nostro Paese vorrebbero avere almeno due figli, ma poi si scontrano con la realtà italiana. E la strategia del rinvio - conclude Sabbadini - può essere un modo per far quadrare tutto». Per Claudia la maternità è arrivata 'solo' a 41 anni perché «prima non c' era un padre possibile». Angelo l' ha conosciuto a 37 anni. Quando sono andati a convivere, avevano già 39 anni e subito hanno deciso di provarci. «Per un anno abbiamo tentato naturalmente, poi ci siamo rivolti a un centro specializzato. Non avevamo problemi di sterilità, ci serviva soltanto un 'aiutino' ». Margherita e Matilde sono state concepite poco dopo, con un blando trattamento. «Ma la trafila di analisi e controlli è stata veramente dura. Ci sono alcuni esami molto invasivi psicologicamente e fisicamente». Le donne finiscono schiacciate in questa forbice: l' età sociale per avere figli (con una sicurezza economica e un compagno) non corrisponde più all' età biologica (tra i 20 e i 35 anni). «La maternità non è più un dovere ma un diritto» spiega Carlo Flamigni, ginecologo e membro della Commissione di Bioetica. Nel suo studio bolognese, l' età media delle pazienti che cercano una gravidanza è di 38 anni. Fare figli "in extremis" significa anche avere una fertilità più ridotta. Capita di dover ricorrere alla medicina. «Fino a 43 anni i medici possono facilitare la gravidanza - dice Flamigni -. Dopo, le possibilità sono davvero infime». Usa proprio questo aggettivo, "infime". E poi, aggiunge, ci sono i rischi di malattie genetiche e di complicazioni durante la gravidanza, che aumentano dopo i 40 anni. Eppure la legge sulla procreazione assistita non prevede un limite di età, come per esempio quella sull' adozione. Il limite implicito è la fertilità della donna. «Ci sono pazienti - racconta Flamigni - che sono pronte ad affrontare pesanti cure ormonali, diversi tentativi di fecondazione e aborti ripetuti, pur di continuare a sperare. Cerco di scoraggiarle, ma loro insistono». L' European Hospital di Roma è uno dei centri privati più famosi per la fecondazione in vitro. «Diciamo la verità: non è come nei film» spiega Filippo Ubaldi, specialista della medicina riproduttiva. Espressione seria, tono di voce burbero: «Arrivano da me citando l' ultimo caso dell' attrice di Sex&the City, mamma di gemelli a 45 anni, o della presentatrice italiana, incinta a 44. Nessuno dice che quasi sempre sono casi di ovodonazione da donne più giovani. Un metodo che a mio parere riguarda di più il percorso dell' adozione, e che in Italia non è comunque possibile. Si alimenta l' illusione che a quarant' anni portare a termine una gravidanza sia un gioco da ragazze. Non è così». Ubaldi snocciola i dati. Il successo di una Fivet, fecondazione in vitro, precipita nell' arco di pochi anni: da 15 probabilità su 100 di avere un figlio a 40 anni, si passa a 2 su 100 a 42 anni, e a 1 su 300 a 44 anni. «Dopo c' è solo l' imponderabile destino» aggiunge Ubaldi. Ed è esattamente a quello che le donne si aggrappano per continuare a sperare. Maria Pia Fozzi è una rarità nel panorama italiano. Ha tre figli, li ha cresciuti lavorando e portando avanti la sua carriera, è fisioterapista e insegna alla Cattolica di Roma. Icaro è nato quando aveva 20 anni, Greta quando ne aveva già compiuti 40. Ogni maternità ha segnato un' epoca della sua vita. «Un figlio a 40 anni cambia moltissimo. Senti meno l' aspettativa sociale sul tuo essere una 'buona madre' . Lo sai già, che lo sei. E ti senti più forte, distaccata. Per Greta è stato sicuramente un vantaggio». A quarant' anni, si può anche cominciare a rallentare il ritmo, a mettere un po' da parte la professione e conciliare meglio il difficile binomio lavoro-famiglia. «Prendi il tuo tempo, sai valutare le priorità» continua Maria Pia. L' emancipazione delle donne si scontra ancora contro il muro biologico, contro madre natura. Sulla capacità riproduttiva non esistono le pari opportunità fra i due sessi. «La natura è ingiusta» commenta Flamigni. Gli uomini cominciano ad avere problemi di sterilità a 60 anni, le donne quasi vent' anni prima.

ANAIS GINORI

domenica 26 ottobre 2008

Legge 40, linee guida non sempre vincolanti

Repubblica — 26 ottobre 2008 pagina 19 sezione: CRONACA

ROMA - Sì alla pillola del giorno dopo che va sempre garantita, no alle linee guida vincolanti sulla fecondazione assistita: «Non permettono al medico di compiere il proprio dovere e alla donna l' autodeterminazione visto che stabiliscono atti e procedure indipendentemente dal singolo caso e dal contesto medico». Inviti, bocciature e la denuncia dell' insufficienza delle politiche di educazione procreativa nel nostro paese, sono presenti nel documento del Consiglio nazionale della Federazione nazionale degli ordini dei medici. Approvato ieri - a Ferrara - all' unanimità ma anche con dissidi culminati nell' abbandono da parte di diversi esponenti della riunione stessa. Dopo i numerosi casi, quest' anno, di ospedali e sanitari che si sono rifiutati di prescriverla, il Consiglio nazionale ribadisce che la pillola del giorno dopo deve essere garantita in quanto il medico ha l' obbligo deontologico di «adoperarsi per tutelare l' accesso alla prescrizione nei tempi appropriati» alle donne che ne facciano richiesta. Sulla fecondazione assistita arriva ancora una bocciatura della legge 40. Le linee guida secondo i medici impedirebbero di agire secondo scienza e di perseguire il massimo bene delle pazienti». Già nel 2004 si erano pronunciati negativamente «sui vincoli previsti dalle prime linee guida alle diagnosi preimpianto sull' embrione, limitate alle sole tecniche osservazionali, escludendo quindi quelle genetiche, e all' obbligo di impianto di tutti gli embrioni prodotti (fino a tre)». Nell' assistenza ai neonati vitali di età gestazionale estremamente bassa (22-25 settimane) nati da parti prematuri o aborti terapeutici, il medico deve valutare «caso per caso». il consiglio poi invita su questo tema, ad evitare un dibattito «strumentale».

Test unico per le malattie ereditarie

Repubblica - 26 ottobre 2008

Per effettuarlo bisogna sottoporsi alla fecondazione assistita
L'esame costerà circa 2000 euro, più caro di quelli già disponibili

Si chiama karyomapping l'ultima rivoluzione della diagnosi prenatale, una tecnica che permetterà di sapere in anticipo, con un unico test, se l'embrione crescendo svilupperà la stessa malattia ereditaria dei genitori. I ricercatori del Bridge Centre di Londra hanno messo a punto questo nuovo test pensando alle coppie in cui uno dei due è affetto da una malattia ereditaria. Per effettuarlo bisognerà ricorrere alla fecondazione assistita, procedura costosa, che non tutti possono permettersi, e il test costerà circa 2000 euro. Molto più caro di quelli finora in circolazione.

"Useremo un'unica piattaforma con tutti i pazienti e rispetto a tutte le malattie, senza bisogno di differenziare i test in base alla persona", spiega il genetista Alan Handyside, che ha coordinato il progetto di ricerca. Lo scopo del test è dunque quello stabilire il cariotipo del nascituro, cioè la sua "carta di identità genetica", escludendo la presenza di anomalie. Le uniche patologie che il karyomapping non sarà in grado di individuare saranno quelle non ereditarie e quindi non legate al codice a elica del Dna.

I test di diagnosi prenatale sono già una realtà per circa 350 patologie ereditarie, non costano molto e possono essere richiesti con facilità negli ospedali e nei centri specializzati, anche nel caso di malattie rare. Ma individuano solo un'anomalia per volta e non forniscono uno spettro esauriente delle possibilità cui va incontro il nascituro, soprattutto considerando che le patologie ereditarie in tutto sono circa 15mila. In molti casi poi è difficile capire quale sia il test più adatto alla propria situazione e spesso molte malattie ereditarie, perché rare o mal diagnosticate, vengono confuse con patologie di altro tipo.

L'universo delle coppie che decidono di avere un figlio è infatti spaccato a metà. Da una parte ci sono le persone sane che in famiglia non hanno mai avuto malattie ereditarie o casi di tumore. Dall'altra ci sono coloro che sono malati o hanno parenti malati. Nel mondo esistono circa 6500 malattie rare e ogni settimana le riviste scientifiche di tutto il mondo aggiungono alla lista cinque nuove tipologie. Due terzi di queste patologie sono legate alla trasmissione ereditaria.

La tecnica del karyomapping permetterà a medici e genitori di individuare in anticipo disturbi di questo tipo (vedi morbo di Huntington, una delle gravissime malattie che il test è in grado di individuare), sarà utile anche in caso di patologie più diffuse come fibrosi cistica, distrofia muscolare, e individuerà tumori, morbo di Alzheimer e diabete. Il test farà anche da spia a eventuali malformazioni che potrebbero causare la morte prematura dell'embrione e potrà essere effettuato anche "al contrario", vale a dire sul bambino già nato, per capire la natura della sua malattia.

La tecnica è stata messa a punto da Handyside, in collaborazione con il professor Gary Harton, del Genetics and IVF Institute di Fairfax in Virginia, e dall'equipe del Bridge Centre specializzata in trattamenti di fertilità e analisi genetiche. Il test è ancora in fase di sperimentazione ma potrebbe entrare in commercio l'anno prossimo, sempre che venga concesso il via libera dalle autorità competenti. Tutto si basa sull'analisi del patrimonio genetico dell'embrione. Nell'uomo si hanno 23 coppie di cromosomi, di cui 22 sono omologhe e una è composta da cromosomi diversi, che sono poi quelli sessuali. Ogni coppia è formata da un cromosoma ereditato dalla madre e da uno ereditato dal padre. Il karyomapping permetterà di analizzare ogni componente del Dna e di confrontarlo con il patrimonio genetico dei genitori. Verrà eseguito creando degli embrioni con la fecondazione in vitro: due giorni dopo la formazione, i medici preleveranno una cellula dall'embrione per poi testarla, comparandola con il Dna del genitore. In caso di anomalie, solo gli embrioni sani verranno reinseriti nell'utero.

Proprio intorno a quest'ultimo punto è nata la polemica e sono in molti a pensare che il dibattito sui "bambini su misura" sia destinato ad accompagnare il futuro di questo nuovo test. Vi sono inoltre numerosi problemi legati alla tutela della privacy, dato che le informazioni relative al patrimonio genetico della persona vanno trattate con il massimo riserbo. Il creatore del nuovo metodo di "revisione", com'è stato definito il karyomapping dalla stampa inglese, presenterà il test il mese prossimo al meeting annuale dell'American Society for Reproductive Medicine e subito dopo farà richiesta di licenza alla Human Fertilisation and Embryology Authority: "Stiamo ultimando le verifiche - ha dichiarato Handyside - Se funzionerà, sarà una vera rivoluzione".


SARA FICOCELLI

sabato 25 ottobre 2008

Un solo esame «low cost» per tutte le malattie ereditarie

Corriere della Sera - 25 ottobre 2008 Pagina 23

Londra Pronto per la vendita a duemila euro. Sarà vietato in Italia

Nuovo test sull' embrione scoverà 15 mila difetti genetici. L' analisi avviene creando embrioni in vitro. Può individuare anche se il nascituro avrà diabete o cancro.
Le critiche. La tecnica pone problemi etici, i genitori potrebbero puntare a "bimbi su misura"

MILANO - Un solo test per individuare quasi tutte le malattie genetiche ereditarie conosciute. Con la risposta in due settimane. Si chiama Karyomapping, ed è una tecnica messa a punto da ricercatori britannici. Consente alle coppie affette da malattie ereditarie che ricorrono alla fecondazione assistita di sapere se l' embrione da impiantare in utero è sano oppure no. Una rivoluzione che riapre il dibattito sull' eugenetica. Il rischio è che i genitori arrivino a selezionare bimbi perfetti: dal sesso al colore degli occhi. Attualmente, soltanto una minuscola parte delle 15.000 malattie genetiche (350 al massimo) può essere rilevata. Oltretutto, è possibile individuare un difetto per volta e dover aspettare il responso per mesi. La nuova tecnica, invece, parte dalla mappatura genetica dei genitori e (se ci sono) dei fratellini (basta un tampone di saliva). Poi avviene il confronto con una cellula dell' embrione creato in provetta quando è allo stadio di otto cellule: un paio di giorni di vita. Dopo 2-3 settimane al massimo si ha la risposta. Il test è stato messo a punto da Alan Handyside del Bridge Centre Hospital di Londra. Potrebbe entrare in commercio il prossimo anno, se ci sarà il via libera delle autorità competenti. Il suo costo all' inizio si aggirerà attorno alle 1.500 sterline (circa duemila euro). L' importanza di Karyomapping peraltro è duplice: può, infatti, rilevare le anomalie cromosomiche che portano a morte gli embrioni impiantati. Dice il genetista inglese: «Il test potrà selezionare gli embrioni con la migliore probabilità di sviluppo, aumentando gli indici di successo della fecondazione artificiale». Vietato l'uso eugenetico e la selezione del sesso, a meno che la malattia ereditaria non sia legata al genere. Handyside presenterà ora la nuova tecnica, sviluppata con il genetista americano Gary Harton (Fairfax, Virginia), al congresso di Hinxton (Cambridge) e il mese prossimo a San Francisco, durante l' annuale summit della Società americana di medicina riproduttiva. Ovviamente i centri anti-sterilità italiani non potranno usufruirne: la legge 40 che regola la fecondazione medicalmente assistita impedisce i test preimpianto sugli embrioni. Quindi, probabilmente, le coppie affette da malattie ereditarie emigreranno all'estero. Nel frattempo, la Camera dei Comuni di Londra ha approvato la legge che dà il via libera alla sperimentazione dei cosiddetti «embrioni chimera», composti da Dna umano impiantato in cellule animali. La nuova normativa prevede anche la creazione di embrioni geneticamente manipolati per essere compatibili con fratelli o sorelle portatori di malattia.

Pappagallo Mario

G.BRETAGNA - Verso la commercializzazione del Karymapping per esaminare l'embrione

Si chiama Karyomapping, ed e' una tecnica messa a punto da ricercatori britannici che consente alle coppie affette da malattie ereditarie che ricorrono alla fecondazione assistita di avere un test unico che in tempi brevi rileva se l'embrione presenta difetti genetici ereditari che porteranno allo sviluppo della stessa malattia. Attualmente, solo una minuscola parte delle 15.000 malattie genetiche possono essere rilevate in un test dell'embrione: si puo' oltretutto testare un solo difetto per volta, e i risultati spesso arrivano dopo settimane. La tecnica messa a punto dal professor Alan Handyside, che con la sua equipe del Bridge Centre di Londra la sta ancora sperimentando, potrebbe entrare in commercio il prossimo anno, se ci sara' il via libera delle autorita' competenti. Il costo si aggirera' attorno alle 1.500 sterline. L'analisi avviene creando degli embrioni con la fecondazione in vitro. Quando hanno due giorni di eta', si preleva una singola cellula da ogni embrione, e questa viene testata con il karyomapping, che analizza la composizione cromosomica e permette di compararla, ad esempio, con quella del dna di un genitore che ha una certa malattia. Se si osservera' la stessa anomalia, si potra' prevedere che quell'embrione sviluppi malattie genetiche come il morbo di Huntington, la fibrosi cistica, la distrofia muscolare. Ma in teoria potrebbe anche invididuare difetti che nella persona che nascera' aumenterebbero le possibilita' di malattie come diabete, Alzheimer o cancro. La tecnica pone problemi etici - l'annoso dibattito sui 'bambini su misura', in quanto i genitori potrebbero anche conoscere ad esempio il colore degli occhi dei loro figli, e decidere se piace loro o meno - e di privacy, visto che occorre tutelare le informazioni genetiche degli invididui. D'altro canto, il test definito dalla stampa GB 'revisione genetica' (come per un'auto), puo' aumentare le speranze delle coppie che hanno problemi di fertilita', che possono decidere di impiantare embrioni che hanno le migliori possibilita' di svilupparsi in modo normale. Handyside ha detto che sta per fare richiesta di licenza alla Human Fertilisation and Embryology Authority: 'Stiamo ultimando le verifiche - ha detto al Times - Ma sara' una vera rivoluzione se funzionera'. Rende lo screening genetico degli embrioni molto piu' rapido'.

Aduc - 25 Ottobre 2008

lunedì 20 ottobre 2008

La Nazionale Italiana Cantanti scende in campo anche per la SMA


Martedì 21.10.08 - Piovene Rocchette (VI)
Campo comunale “F. Bertoldi”
Inizio partite ore 19.30 - 3 partite da 30 minuti
In occasione del Trofeo Diadora la Nazionale Italiana Cantanti devolverà parte dell'incasso all'associazione FAMIGLIE SMA - Genitori per la ricerca sull'Atrofia Muscolare Spinale

Info: http://www.nazionalecantanti.it/scheda_partita.asp?ID=570&ID_articolo=632

Flamigni: spero che la Consulta dia colpo di grazia a legge 40

"La Corte Costituzionale potrebbe scardinare la Legge 40, e me lo auguro, ma in questo paese ho cessato di avere fiducia. Aspetto gli eventi". Cosi' Carlo Flamigni, pioniere della fecondazione assistita, si esprime in un'intervista a Econews. Flamigni prosegue parlando della possibilita' di diagnosi preimpianto in Italia, consentita dalle linee guida attuali: "Non so nemmeno se e' possibile eseguirla, perche' resta da chiarire cos'e' l'eugenetica e un medico che fa una diagnosi preimpianto potrebbe trovarsi in tribunale per aver violato la legge su questo punto, perche' qualche magistrato potrebbe considerare la diagnosi preimpianto eugenetica".
"Poi ci sono dei problemi concreti, non si puo' fare un'indagine preimpianto partendo soltanto dalla fertilizzazione di tre ovociti. E d'altronde le indagini sulle uova le fanno bene solo a Chicago, qui da noi sono velleitarie. Il diritto negato una coppia di sapere se i bimbi che nasceranno potranno iniziare una vita perfettamente uguale a quella di tutti gli altri o partiranno handicappati, con i presupposti che si basano sull'attesa di sofferenza e diversita' e' una grossa cattiveria riservata ai nostri connazionali"
Sulla fecondazione assistita tutt'ora negata alle coppie portatrici di malattie genetiche, Flamigni osserva che "non e' possibile, perche' nessuno ha guardato dentro al problema. La legge dice in vari punti che la fecondazione e' riservata a coppie sterili e infertili. Sterile e' la persona che non e' in grado di iniziare una gravidanza o di farla iniziare alla propria compagna. Infertile e' la coppia che e' incapace di avere figli vivi e capaci di sopravvivere.
Nell'infertilita' sono compresi problemi genetici o infettivi. Se qualcuno portasse questo problema davanti a un magistrato secondo me le nostre norme dovrebbero essere modificate."
Una riflessione, infine, sul recente caso spagnolo del bambino nato 'per salvare' il fratellino, e sulle differenze tra Italia e Spagna: "La Spagna non ha mai avuto il Vaticano o il potere del papato entro i suoi confini. Noi, invece, paghiamo un prezzo altissimo -conclude Flamigni- un paese laico che ha all'interno un papato che ha questa voglia straordinaria di combattere e di vincere tutte le battaglie sui temi morali e' un paese sfortunato".

Aduc - 18 Ottobre 2008

venerdì 17 ottobre 2008

Respinta mozione su procreazione medicalmente assistita

Il testo, primo firmatario Marco Carraresi (Udc), chiedeva al Governo di ripristinare il divieto della diagnosi preimpianto degli embrioni

Firenze – Respinta in Consiglio regionale una mozione a firma Marco Carraresi (Udc) e altri esponenti di Udc, Fi-PdL e An-PdL, sulla procreazione medicalmente assistita. Con la mozione, il Consiglio chiedeva al Governo di ripristinare il divieto della diagnosi preimpianto degli embrioni, intervenendo sul decreto 11 aprile 2008 dell’ex ministro Livia Turco, che a sua volta aveva aggiornato le Linee guida precedenti. La mozione voleva quindi “ripristinare la conformità ai contenuti e allo spirito della legge 40 del 2004”. (ab)

Il Parlamento della Toscana - 15/10/2008
http://www.parlamento.toscana.it/default.asp?IDNotizia=26267&NomeTabella=

Il testo della mozione: http://www.udc-regionetoscana.it/files/MOZ615.pdf

giovedì 16 ottobre 2008

I maschi italiani temono la sterilità

Salute di Repubblica - 16 ottobre 2008

Indagine della Società di Urologia. I rischi aumentano con l'età e con le infezioni ai genitali

Più dell'80 per cento degli uomini è preoccupato per la propria fertilità e la gran parte degli intervistati considera importante l'esame del liquido seminale, a prescindere dal fatto che si cerchi una gravidanza nell'immediato futuro. Questo è uno dei dati più importanti emerso dall'indagine condotta dalla SIU, Società Italiana di Urologia, in 100 piazze italiane, nei due camper partiti dalla capitale lo scorso mese di maggio e rientrati a Roma, dopo aver consentito a 350 specialisti di incontrare ed intervistare oltre 16 mila persone, e dove recentemente si è svolto il congresso del centenario della SIU.

Infertilità ed età

Il rischio maggiore di infertilità è rappresentato dalle infezioni delle vie seminali, epididimi, deferenti, vescicole seminali e prostata. Sembra infatti che i casi di infertilità dovuti ad infezioni siano più frequenti soprattutto nei giovani. L'infiammazione che consegue ad una infezione batterica, oltre a determinare difficoltà ed ostruzioni nel trasporto degli spermatozoi dal testicolo verso l'esterno, può creare un ambiente ostile alla nascita e alla maturazione degli spermatozoi stessi, e quindi determinare un'infertilità del maschio. Mentre i casi acuti di infezione di solito vengono riconosciuti e portano il paziente dallo specialista, rimangono pericolose le infezioni croniche e latenti, come le prostatiti croniche, oggi molto frequenti anche nei giovani, che spesso si presentano con quadri aspecifici e non vengono quindi diagnosticate e trattate correttamente, lasciando così la possibilità ai processi infiammatori di creare un danno sulla fertilità. E proprio l'epididimo è influenzato da queste infezioni asintomatiche, come dimostrato dal fatto che i livelli di alfa-glucosidasi, un marcatore della funzionalità epididimaria, risultano ridotti negli uomini che sono portatori di infezioni (ricerca pubblicata su Fertility Sterility nel 2007, volume 87, pagine 1087-97).
Inoltre l'epididimo è un sito importante per la maturazione dello sperma, il che potrebbe spiegare la diminuzione della concentrazione di spermatozoi mobili, ma anche la morfologia ne risentirebbe negativamente.

Da chi dipende

Si stima che in Italia circa 500 mila coppie abbiano problemi di fertilità, e che questa sia riconducibile nel 40% dei casi ad un fattore maschile, nel 50% ad uno femminile e nel restante 10% sia da considerarsi misto.L'infertilità rappresenta, dunque, un importante problema di ordine sanitario che in alcuni casi, ed in particolare quando hanno fallito le terapie tradizionali, richiede il ricorso alle tecniche di fecondazione assistita (PMA), di I, II o III livello. Ma urologi e andrologi sottolineano una nuova tendenza: a richiedere un miglioramento del liquido seminale e quindi degli spermatozoi sono persone sempre più avanti con l'età che, dopo un divorzio o una vedovanza, iniziano un percorso di vita con donne più giovani, è lo vorrebbero coronare con un figlio. Ma non riescono ad avviare la gravidanza.

di Aldo Franco De Rose
Urologo e Andrologo Clinica Urologica Genova

mercoledì 15 ottobre 2008

Il bebè selezionato prima della nascita salverà il fratellino


Nato per curare il fratellino


Spagna, selezionano geni a bebè

E' il primo caso, salverà il fratello

Lo hanno fatto nascere grazie alla fecondazione assistita selezionandone i geni. Così Javier, 3 chili e 400 grammi, è il primo bimbo spagnolo "selezionato" e grazie al suo stato di salute potrà salvare la vita al fratello più grande, gravemente malato. Il sangue del suo cordone ombelicale servirà a realizzare un trapianto di midollo osseo al fratello. L'intero processo, il primo in Spagna, è avvenuto tutto all'interno della struttura pubblica.

Javier è nato domenica mattina nell'ospedale Virgen del Rocio di Siviglia. Secondo i medici, il sangue del suo cordone ombelicale servirà a realizzare un trapianto di midollo osseo al fratello, malato di anemia mediterranea, in modo che il piccolo cominci a produrre globuli rossi sani. "Le possibilità di guarigione del piccolo dopo il trapianto sono molto alte", dicono i medici. Fino al momento dell'intervento, la cui data non è stata resa nota, il prezioso sangue rimarrà custodito nella Banca del Cordone Ombelicale di Malaga. Il neonato non ha il difetto genetico che avrebbe provocato anche in lui la malattia.

Dopo il "via libera" della Commissione Nazionale per la Riproduzione Assistita, i genitori Javier e Andres, originari di Cadice, hanno scelto di ricorrere alla diagnosi genetica pre-impianto: una tecnica che consente di verificare se un embrione è sano o meno dal punto di vista genetico, prima che sia trasferito nell'utero materno. Per questo tipo di diagnosi, assolutamente vietata in Italia, l'embrione ottenuto con la fecondazione "in vitro" viene esaminato geneticamente per verificare che non sia portatore di alcuna malattia.

Al di là delle implicazioni di tipo etico, il metodo ha consentito di concepire un bebé sano, ma anche un donatore idoneo perché il fratello venga curato mediante un trapianto di cordone, che ha un identico profilo di compatibilità. L'intero processo, che è il primo in Spagna, è avvenuto tutto all'interno della struttura pubblica, dalla diagnosi pre-impianto fino al trapianto. L'anemia mediterranea o talassemia è una malattia ereditaria dovuta alla sequenza anomala di una delle catene dell'emoglobina, la proteina all'interno del globulo rosso che ha il compito di trasportare l'ossigeno.


TG COM - 14 ottobre 2008
http://www.tgcom.mediaset.it/mondo/articoli/articolo430100.shtml

venerdì 10 ottobre 2008

Dal 10 al 14 ottobre


http://www.centrocliniconemo.it

giovedì 9 ottobre 2008

FRANCIA - I ginecologi piu' favorevoli alla maternita' surrogata

La mentalita' cambia, anche in ambito sanitario. Oggi, quasi due terzi dei ginecologi ed ostetrici ritiene che la Francia dovrebbe autorizzare la maternita' surrogata (GPA) o "utero in affitto". Lo rileva l'indagine del Gruppo di studi sulla Fecondazione in vitro condotta tra 600 specialisti del ramo. Dieci anni fa, in un sondaggio del professor Sureau il 63% dei professionisti voleva il divieto assoluto della GPA. Come si spiega il ribaltamento di fronte? Secondo Joelle Belaisch-Allart, capo del servizio di ginecologia e di medicina riproduttiva dell'ospedale Quattre Villes di Sevres, la nozione di gestazione surrogata e' divenuta piu' chiara. Da un lato, si rafforza la categoria di donne che prestano il loro utero senza voler trasmettere il proprio patrimonio genetico; dall'altro, i medici hanno visto moltiplicarsi il numero di donne private dell'utero in seguito a una malattia, e vorrebbero aiutarle. Rispetto a un'eventuale legge, il 4% chiede la legalizzazione della GPA senza condizioni; il 57% auspica che ogni caso sia vagliato da un comitato di esperti.

Aduc - 9 Ottobre 2008

martedì 7 ottobre 2008

USA - Troppi gemelli dalla fecondazione in provetta

E' facile constatare quanto sia aumentato il numero di gemelli, e cio' dipende molto dalla fecondazione medicalmente assistita, che negli ultimi decenni ha conosciuto una forte crescita. Per avere maggiori possibilita' di successo, vengono impiantati nell'utero piu' embrioni, e cio' accresce l'eventualita' di parti gemellari o trigemini. Ora, una delle sfide della fecondazione in vitro (Fiv) consiste nel ridurre le gravidanze multiple, che sono piu' rischiose sia per la madre (ipertensione, diabete gestazionale, parto cesareo) sia per i neonati (prematurita'). Tra le soluzioni, c'e' quella d'impiantare embrioni un po' piu' maturi. La maggior parte degli embrioni che si trasferiscono nei trattamenti di FIV hanno tre giorni, ma se l'embrione e' buono e s'aspettano cinque giorni, quando giunge allo stato di blastocisti, le probabilita' di successo aumentano. Cosi' si puo' tentare un unico impianto ed eliminare il rischio di una gravidanza gemellare. Uno studio realizzato al Massachusetts General Hospital di Boston (Usa) rafforza l'idea di trasferire un unico embrione in fase di blastocisti. L'equipe dell'endocrinologo Aaron Styer ha dimostrato che la quota di gravidanze conseguite trasferendo una o due blastocisti e' praticamente uguale, e che il vantaggio di trasferirne una sola riduce il rischio di gravidanze multiple. L'unico problema e' che le blastocisti non si prestano a essere congelate, segnala Styer.

Aduc - 7 Ottobre 2008

domenica 5 ottobre 2008

Ogni anno sono 50 mila le coppie che si affidano alla provetta

Corriere della Sera - 5 ottobre 2008

L' infertilità colpisce il 20 per cento della popolazione italiana e ogni anno circa 50 mila coppie si rivolgono alle strutture che praticano la procreazione assistita. Oltre 30 mila ricorrono alla fecondazione in vitro e le rimanenti a tecniche più semplici quali l' inseminazione artificiale. Il 63 per cento sceglie una struttura pubblica o convenzionata e il 37 per cento si rivolge al privato. Dei 343 centri pubblici e privati in grado di offrire queste terapie, 202 praticano anche la fecondazione in vitro (gli altri solo l' inseminazione artificiale) e circa la metà sono privati. In numerose strutture è possibile sottoporsi alla fecondazione con ciclo spontaneo. «Tuttavia, - sottolinea il ginecologo Carlo Flamigni - i medici la fanno malvolentieri perché il monitoraggio iniziale è impegnativo e le probabilità di successo, soprattutto nelle donne più in là con gli anni, sono comunque ridotte». Nello studio di Schimberni, la percentuale di gravidanze per trattamento scende a 5,8 dopo i 40 anni. Quando è certificata l' infertilità, la fecondazione assistita è a carico del Servizio sanitario nazionale e i medici hanno l' obbligo di iniziare con le tecniche meno invasive (quali l' inseminazione artificiale) prima di passare alla fecondazione in vitro. Per le prestazioni si paga il ticket e, sommando le diverse fasi del trattamento, nelle strutture pubbliche o convenzionate, una Fivet preceduta da stimolazione costa in genere dai 200 ai 600 euro, ma con notevoli differenze a seconda della regione (in Piemonte si arriva a 1.000 euro). Nel privato per la stessa tecnica si spendono di solito fra i 3.000 e i 5.000 euro. Il ciclo spontaneo costa il 15-20 per cento in meno.

Fronte Margherita

Fecondazione assistita ma più naturale

Corriere della Sera - 5 ottobre 2008

Gravidanza se non funziona la stimolazione ovarica

I risultati del metodo del ciclo spontaneo
Alla donna viene solo iniettata gonadotropina corionica per favorire la maturazione del follicolo delle ovaie

Il dieci per cento delle donne che ricorrono alla procreazione assistita non risponde all' iniziale stimolazione ormonale e non produce quindi le cellule uovo necessarie alla fecondazione. E poiché la Legge 40 impedisce la donazione degli ovociti, resta loro solo l' alternativa del ciclo spontaneo. Il metodo non prevede la stimolazione: i medici individuano il momento dell' ovulazione naturale, prelevano la cellula uovo e procedono quindi alla fecondazione in vitro. L' efficacia della tecnica è stata valutata in uno studio pubblicato su Fertility and Sterility dal gruppo di Mauro Schimberni, ginecologo dell' ospedale Sant' Andrea di Roma. I risultati, ottenuti su quasi 300 donne, indicano che il 9,8 per cento dei trattamenti si conclude con una gravidanza, con percentuali di successo più elevate nelle under 35. Lo studio, effettuato in un centro privato romano, ha usato la Fivet come tecnica di fecondazione in vitro. Il dato è in linea con quelli ottenuti in passato da altri gruppi, «ma è sensibilmente più basso del 18,9 per cento di gravidanze per trattamento che si ottiene con la Fivet preceduta dalla stimolazione», dice Giulia Scaravelli, responsabile del Registro nazionale della procreazione assistita dell' Istituto superiore di sanità. «Va però tenuto presente che le donne che non rispondono agli ormoni non avrebbero altre possibilità» osserva Carlo Flamigni, professore di ginecologia all' università di Bologna. Il metodo del ciclo spontaneo prevede un monitoraggio del ciclo della donna, eseguito con ecografie e dosaggi ormonali. Quando l' ovulazione è vicina si somministra la gonadotropina corionica, che favorisce la maturazione del follicolo, e 34 ore dopo si procede al prelievo dell' ovocita. «Abbiamo meno successi rispetto alle tecniche tradizionali, perché possiamo prelevare un solo uovo alla volta e perché il ciclo femminile può avere irregolarità difficili da individuare», spiega Schimberni. I tentativi però possono essere ripetuti quante volte si vuole, perché non c' è il rischio degli effetti collaterali dovuti agli ormoni stimolanti. «La tecnica è una valida alternativa anche nei Paesi che permettono la donazione di ovociti, dato che consente alla donna di essere la madre genetica di suo figlio» dice Schimberni. «Inoltre, è particolarmente indicata per chi ha avuto un tumore al seno o ha gravi malattie del fegato. Per queste donne, infatti, i rischi della stimolazione ormonale sono maggiori». «Ma questo è vero solo per il trattamento in sé» ribatte Flamigni. «Il vero problema, per le donne che hanno malattie di quel tipo, è legato agli ormoni che si produrranno durante la gravidanza».
Fronte Margherita

venerdì 3 ottobre 2008

E' arrivata la cicogna ...


Il 19 agosto è nato Marco ... ben arrivato!

Congratulazioni a mamma e papà.