giovedì 2 aprile 2009

"La mia battaglia non è stata vana finalmente potrò avere un figlio"

Repubblica - 2 aprile 2009

FIRENZE - "È stata una battaglia lunga e difficile ma adesso molte coppie nelle nostre condizioni hanno una speranza in più di fare un figlio senza andare all'estero. Noi avevamo la valigia pronta". Antonia ha una grave malattia ereditaria delle ossa, la esostosi. Vive a Milano e fa l'impiegata, il suo compagno ha un lavoro precario. Eccola la coppia di trentenni che ha scardinato la legge 40 sulla fecondazione assistita. Sono stati un loro ricorso al Tribunale civile di Firenze a permettere la diagnosi preimpianto alla fine del 2007, ed è partito sempre da una iniziativa loro, e di un'altra coppia, il percorso che ha portato alle decisione della Corte Costituzionale. Li ha seguiti l'avvocato Gianni Baldini, che ieri parlava di "un bel giorno per tutti quelli che hanno combattuto una battaglia di libertà".
Signora Antonia, con che stato d'animo avete atteso la decisione della Suprema Corte?
"Con grande ansia. Tra l'altro appena due settimane fa abbiamo fatto un trattamento di procreazione medicalmente assistita che non ha avuto esito positivo al centro Demetra di Firenze. Dei 3 embrioni prodotti, due erano malati e uno non di buone qualità. Non potevamo usarli".
Come avete reagito?
"Abbiamo pensato per la prima volta di andare all'estero, cosa che non avevamo mai preso in considerazione per ragioni economiche. Questa sentenza cambia tutto: potremo provare con un maggior numero di embrioni, magari congelandone alcuni, e avremo più possibilità di farcela. Sono felicissima, non sto nella pelle".
Si rende conto delle conseguenze per gli altri della vostra azione giudiziaria?
"Certo. Centinaia di coppie italiane nelle nostre condizioni da oggi hanno una speranza in più. E chi non si poteva permettere un viaggio verso una struttura in Spagna o in Grecia, avrà le stesse possibilità di fare un figlio grazie ad un centro pubblico italiano. Questa è democrazia".
Vi siete mai pentiti in questi mesi della strada che avete intrapreso?
"Abbiamo avuto molti dubbi, non sapevamo dove ci avrebbero condotto queste cause civili. Inoltre non pensavamo di farcela. E invece la Corte Costituzionale ha dimostrato ancora una volta autonomia e indipendenza. Un grazie va al nostro avvocato".

C'è chi parla di eugenetica riferendosi alla possibilità di scegliere tra un numero elevato di embrioni.
"Noi non cerchiamo di selezionare un figlio biondo e con gli occhi azzurri, noi vogliamo soltanto un figlio sano. Non è giusto che anche lui soffra di una patologia incurabile, da cui siamo stati colpiti io e altri miei parenti. Mi sembra una grande cattiveria accanirsi attraverso una legge su persone che hanno già seri problemi di salute. È come se ci avessero voluto penalizzarci una seconda volta. La Corte Costituzionale ci ha ridato la speranza".

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