venerdì 24 aprile 2009

Bimbo allattato col sondino l'hotel non lo accetta

La Tribuna di Treviso - 24 aprile 2009
Il Corriere delle Alpi - 24 aprile 2009

Mamma di Treviso accusa

Le negano ospitalità in hotel dove aveva chiesto di poter dare il latte al suo bambino attraverso un sondino. E’ Monica Iannaccone, mamma di Giovanni, neonato venuto a mancare il 12 marzo, a raccontare cosa è accaduto nell’hotel «Il Cardo» a San Vito di Cadore. «Mi hanno detto che non era il caso, consigliandomi di chiedere al bar vicino alla seggiovia», dice Monica che ha deciso di denunciare il fatto. L’episodio risale a metà febbraio, un mese prima che il piccolo Giovanni Lodovico morisse. Aveva 8 mesi quando, insieme alla mamma, è stato bloccato alle porte dell’albergo senza poter avere la pappa in un posto caldo e accogliente. Monica, 34 anni, il marito Antonio Favaro, imprenditore di 45 anni, e la figlia maggiore si trovavano a San Vito domenica 15 febbraio. La figlia infatti frequentava il corso di sci organizzato dallo Sci Club di Treviso in collaborazione con la Scuola Antelao di San Vito, proprio sulla pista vicina all’albergo, dove fra l’altro la famiglia Favaro, residente a Treviso, aveva soggiornato qualche week-end prima. Non si trattava, dunque, neppure di persone totalmente sconosciute al personale dell’albergo. «Attendevo il rientro della mia famiglia - racconta Monica - quando intorno a mezzogiorno con Giovanni sul passeggino, sono entrata nell’albergo per chiedere alla reception se potevo avere la disponibilità di un angolino per allattarlo. Ho spiegato che si alimentava attraverso un sondino naso-gastrico semplicemente stando seduto sul passeggino». Giovanni infatti soffriva di Sma di tipo 1, l’atrofia muscolare spinale, una malattia genetica che colpisce le cellule nervose destinate al controllo dei movimenti dei muscoli volontari. Il piccolo aveva difficoltà di deglutizione e masticazione del cibo e per questo aveva bisogno di un sondino. La risposta dell’impiegata alla reception lascia però di stucco la mamma di Giovanni che si sente dire: «Eh...no, non credo proprio sia il caso...sa per i clienti...». Racconta Monica: «Mi ha detto di chiedere al bar vicino alla seggiovia. Ci sono rimasta di sasso». Madre e figlio alla fine hanno trovato un rifugio: la proprio auto con il riscaldamento acceso. Non propriamente l’ideale, visto il freddo dell’inverno appena trascorso e soprattutto in cosiderazione che si trattava di un neonato per di più malato. In macchina Monica ha comunque potuto finalmente dare il latte al suo piccolo. Giovanni è venuto a mancare il 12 marzo scorso, a soli 9 mesi, per complicazioni dovute alla malattia. E’ stato ricoverato all’Hospice pediatrico di Padova. «Lì ho trovato un ambiente di persone eccezionali», dice mamma Monica, «diametralmente opposto al clima di quell’albergo». Perché Monica ha deciso di raccontare adesso questa sua storia? «Perché forse questo potrà aiutare bambini come Giovanni e i loro genitori a non sentirsi mai rifiutati dall’ignoranza delle persone, anche se non mi aiuterà ad uscire dall’abisso in cui sono. Non cerco nulla, soltanto rispetto». Parla di un malinteso invece la titolare dell’hotel, Patrizia Del Favero: «Possiamo solo pensare che sia stato uno spiacevolissimo equivoco. E’ vero che i servizi dell’albergo non sono a completa disposizione dei non ospiti, ma è anche vero che non è mai stato negato l’accesso a tutti coloro che ne avessero avuto bisogno. Mai ci saremmo sognati di negare l’uso di una sala a un bambino». Un malinteso su cui dice di voler andare fino in fondo: «Indagheremo su quanto accaduto».

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