martedì 7 aprile 2009

«Embrioni salvi con lo stop alla legge 40»

Libero - 05/04/09

La polemica sulla decisione della Consulta

Vorrei chiedere questa volta al presidente del Consiglio on.le Berlusconi di nominarmi “missionario della libertà”, così come ha fatto per il ministro Rotondi, per l’ex ministro Pisanu, per il presidente della Camera on.le Fini e per altri che hanno dimostrato, con le loro dichiarazioni sulle decisioni della Consulta in materia di procreazione medicalmente assistita, di essere degni di questo appellativo.
La stessa cosa non si può dire per il ministro Bondi né per l’onorevole Roccella, dell’onorevole Lupi etc. La decisione della Consulta che annulla il comma 2 e il comma 3 della legge 40/2004 ha portato anche al pronunciamento, all’inizio del dibattimento, e relativa acquisizione da parte della Consulta, della reintroduzione della diagnosi preimpianto stabilita dal TAR Lazio nel gennaio 2008, dopo il ricorso presentato dall’Associazione Mondiale di Medicina della Riproduzione, WARM, da me presieduta.
La mia battaglia, per quanto se ne dica, ha origini molto lontane.
Abbiamo assistito, negli ultimi tempi, a una sequela di rivendicazioni sul merito da parte di varie Associazioni, Madri Provette etc. che hanno agito più per speculazione politica che per altro. Io sono un ricercatore indipendente e di cultura laica liberale.
A questo punto la decisione della Consulta permette a tutti i Centri di Riproduzione assistita in Italia di inseminare d’accordo con la paziente un numero tale di ovociti che possa dare risultati accettabili e che non costringa la paziente a ripetuti cicli di stimolazione.
Se la paziente ha 40 anni e ha fatto più di 5 tentativi falliti è ovvio che il numero di ovociti da inseminare debba essere di 8. Se la paziente ha 30 anni e 1 fallimento, è ovvio che sono sufficienti 6 ovociti. La qualità ovocitaria naturalmente va verificata unitamente alla qualità spermatica. L’onorevole Roccella deve pertanto rivedere le linee guida non per ridurre le possibilità di successo, ma per ottimizzarle alla luce degli avanzamenti che si sono registrati negli ultimi anni, vale a dire la tecnica di vitrificazione, da me messa a punto, e la magnificazione degli spermatozoi, che consente di selezionare la loro morfologia. Significa che le cellule fecondate potranno essere conservate e il miglior metodo per conservarle sarà quello di accompagnare il loro sviluppo a 5 giorni, cioè a blastocisti, attraverso colture particolari, denominate sequential medium.
L’asserzione della Roccella e dei vari teodem, o laici devoti, scherani dei clericali vaticani, che la dichiarazione d’illegittimità da parte della Consulta danneggia gli embrioni, è semplicemente falsa. Falsa perché i Centri altamente qualificati - e per verificare la qualità dei Centri la legge 40/2004 non ha fatto un bel niente - potranno crioconservare le blastocisti che risulteranno al 5° giorno dopo l’inseminazione. È noto che la letteratura mondiale in materia riporta che, per una selezione naturale, su 4 cellule fecondate, al 5° giorno potranno esserci al massimo 2 blastocisti. Le altre si sono fermate e di conseguenza non è stato provocato alcun danno. La blastocisti potrà essere crioconservata con la tecnica di vitrificazione che ho messo a punto e che all’atto dello scongelamento riporta un tasso di sopravvivenza pari al 99,9%, risultato ben diverso dal tasso del 60% registrato con la vecchia tecnica del congelamento lento, che va completamente abbandonata perché crea danni consistenti agli embrioni.
La decisione della Consulta non deve far temere che da oggi in poi ci potrà essere un accumulo di embrioni vitrificati, poiché gli operatorti disporranno il trasferimento di 1 o 2 al momento consentito. Il congelamento lento che ha creato migliaia di cellule fecondate va abbandonato.
Questo impone una rilettura della legge 40 e i presunti esperti, come l’onorevole Palumbo, dovrebbero consigliarsi con le persone che conoscono a fondo la problematica e che hanno conseguito risultati rilevanti e riportati in letteratura.
La revisione della legge 40, che un parlamento oscurantista ha a suo tempo votato, potrà rendere omaggio a tutti quegli italiani che hanno dato contributi importantissimi allo sviluppo della procreazione medicalmente assistita nel mondo.
Si parla tanto di turismo procreativo! È stata la legge teocratica del 2004 a consentirlo. Non si tratta di viaggi di piacere ma, chi come me ha potuto osservare da vicino lo sa, si tratta di viaggi di costrizione perché sono stati violati i più basilari diritti umani. Non dimentichiamo che per effetto della legge 40 sono un esiliato all’estero per poter continuare a fare ricerca sulle staminali, attualmente proibita in Italia. Annuncio che per questa violazione e per altri punti incostituzionali mi farò promotore di un ulteriore ricorso alla Consulta, fiducioso che una legge fatta con i piedi e pericolosa possa diventare una legge razionale.
Il sottoscritto che da 40 anni si occupa di questa materia ha sempre battagliato con ostinazione e con sudore perché il diritto alla procreazione, il diritto alla terapia, il diritto alla salute venissero riconosciuti. È puerile affermare che la legge è stata confermata da un referendum, notoriamente truccato da alcuni ministri di culto.
Ho sempre creduto nelle istituzioni e sono un convinto assertore della legalità anche quando non condivido certe leggi.
Faccio un appello per una unione di laici, liberali per portare avanti altre battaglie, con l’orgoglio di essere italiano.
W la carta costituzionale, W la battaglia per i diritti umani. Abbasso i politicanti papisti che con le loro ipocrisie rovinano le nostre istituzioni.
La dichiarazione della Consulta è stata un atto di alta democrazia. Chi non accetta le decisioni della Consulta dovrebbe dimettersi da cariche pubbliche.
Noi che ci occupiamo di fecondazione lottiamo per la vita giornalmente, e paradossalmente quelli che si richiamano a principi religiosi che vorrebbero imporre alla società civile, lottano per la non vita.

*Presidente Associazione Mondiale Medicina della Riproduzione

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