giovedì 2 aprile 2009

Fecondazione, Fini plaude alla Consulta - "La sentenza rende giustizia alle donne"

Repubblica - 2 aprile 2009

"Una legge basata su dogmi etico-religiosi è sempre suscettibile di censura di costituzionalità"

ROMA - Rende giustizia alle donne italiane la sentenza della Corte costituzionale che ha bocciato in parte la legge sulla fecondazione assistita. Ma la pronuncia può servire da monito generale: se una legge si basa "su dogmi etico-religiosi" è "sempre suscettibile di censura di costituzionalità", perché le istituzioni sono laiche.
Dopo la sentenza dei giudici costituzionali sulla legge 40, interviene così il presidente della Camera Gianfranco Fini. Ieri, infatti, la Consulta ha parzialmente bocciato la legge 40, dichiarando l'illegittimità della restrizione a tre del numero di embrioni che è possibile impiantare nell'utero delle pazienti che si sottopongono alle procedure di procreazione medicalmente assistita. L'alta corte, inoltre, ha dichiarato incostituzionale anche il comma 3 dell'articolo 14 della legge in questione "nella parte in cui non prevede che il trasferimento degli embrioni, da realizzare non appena possibile, come previsto dalla norma, debba essere effettuato senza pregiudizio della salute della donna". "La sentenza della Consulta che dichiara illegittime alcune norme della legge 40 sulla fecondazione assistita - sottolinea Fini in una nota - rende giustizia alle donne italiane, specie in relazione alla legislazione di tanti Paesi europei". "Fermo restando che occorrerà leggere le motivazioni della corte, mi sembra fin d'ora evidente - aggiunge il presidente della Camera - che quando una legge si basa su dogmi di tipo etico-religioso, è sempre suscettibile di censure di costituzionalità, in ragione della laicità delle nostre istituzioni". Ma intanto continuano le polemiche. "Pur non intaccando l'impianto della legge 40, la bocciatura parziale da parte della Corte Costituzionale rivela in tutta la sua gravità il vizio ideologico e anti vita che nutre al suo interno. Attendiamo di conoscere le motivazioni, degne di tale nome, con cui una certa visione laicista si è riconfermata nemica giurata degli embrioni umani e della maternità". Lo afferma il deputato dell'Unione di Centro Luca Volontè.
"La sentenza della Corte riporta un po' di ragionevolezza nella legge 40, impedendo l'obbligo di produrre non più di tre embrioni e di impiantarli tutti insieme nella donna a prescindere dalla sua condizioni di salute e dalla sua età", dice Anna Finocchiaro, Presidente del gruppo Pd a Palazzo Madama. "Penso aggiunge la Finocchiaro - che da questo momento in poi sia necessario un ripensamento anche sul modo di legiferare su questi temi compreso il testamento biologico". Il presidente della Sigo, Società italiana di ginecologia e ostetricia, Giorgio Vittori, avverte che, dopo la sentenza della corte costituzionale, la legge 40 sulla fecondazione assistita ha ormai bisogno di una manutenzione. E lancia la proposta di un tavolo condiviso fra società scientifiche, istituzioni ed associazioni di pazienti per trovare "un percorso nuovo e condiviso": "È necessaria per renderla più appropriata a cogliere le esigenze delle coppie infertili e le indicazioni della letteratura scientifica - dice Vittori -. In particolare, bisogna considerare la condizione di particolare vulnerabilità in cui queste donne si trovano, già gravate dal peso di una fertilità compromessa, e ulteriormente esposte a difficoltà e ostacoli, che le hanno spesso costrette a recarsi all'estero".

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