Corriere della Sera - Pagina 13 - 21 febbraio 2009
Il 30 marzo prossimo la Corte Costituzionale dovrà pronunciarsi in merito ad alcuni profili della Legge 40 dopo che io stesso ho presentato un ricorso contro la loro legittimità
Severino Antinori
Spagna o Gran Bretagna le mete probabili: sono Paesi dove è consentita anche l' inseminazione «post mortem»
MILANO - Il «piano A» prevede che tra un mese al massimo la donna di Vigevano intenzionata ad avere un figlio dal marito in coma irreversibile, potrà sottoporsi all' inseminazione assistita grazie al seme prelevato pochi giorni fa al coniuge. Ma esiste anche un «piano B», secondo il quale la fecondazione in provetta potrebbe essere effettuata all' estero. È una soluzione che nessuno si augura, prima di tutto perché sarebbe imposta da una condizione dolorosa: la morte del donatore, attualmente ricoverato in rianimazione all' ospedale San Matteo di Pavia. A rivelare che esiste anche questa possibilità è il professor Severino Antinori, lo specialista che martedì scorso ha eseguito il prelievo di liquido seminale e che ora conserva quel campione nel suo centro di Roma. Antinori è deciso ad andare fino in fondo, vuoi perché lo ha promesso alla donna di Vigevano, vuoi perché contro la legge 40, che regola in Italia la fecondazione assistita, ha da tempo ingaggiato una battaglia legale e scientifica. «Il 30 marzo prossimo - ricorda Antinori - la Corte Costituzionale dovrà pronunciarsi su alcuni articoli della legge, dopo che io stesso ho presentato un ricorso contro la loro legittimità». Perché il caso di Vigevano abbia una soluzione, tuttavia, non sarà necessario attendere tanto: tra un mese al massimo avverrà l' inseminazione in vitro. «Bisogna attendere il periodo di ovulazione della donna - specifica Antinori - che in questi giorni è anche stressata da tutto il clamore suscitato dalla vicenda. Il seme del marito è intanto conservato a 200 gradi sotto zero: l' ho analizzato, gli spermatozoi ci sono e siamo fiduciosi sulla riuscita dei tentativi che faremo». Gli ostacoli, a questo punto, sembrano di natura non clinica ma legale: anche secondo Antinori sarà necessario ottenere un nuovo via libera da parte del Tribunale prima di procedere all' inseminazione. La legge 40 stabilisce infatti che per questo passaggio sia necessario il consenso di entrambi i coniugi: se su quello della donna non ci piove, per l' uomo in coma sarà necessaria o la parola del tutore già nominato dai giudici (è il padre del paziente stesso) o la testimonianza di amici in grado di confermare che la coppia desiderava avere un figlio. I legali sono già alla ricerca di persone da portare davanti al giudice tra gli amici o i colleghi dell' uomo, che si era sposato meno di due anni fa e che lavorava, prima che la malattia lo colpisse, come impiegato amministrativo all' Università Statale di Milano. Se anche questo problema sarà superato, ne resta un altro: la fecondazione dovrà avvenire prima che il donatore muoia, altrimenti la procedura dovrà interrompersi, ed è a questo punto che scatterebbe il «piano B»: «In tale caso - conferma Antinori - la fecondazione assistita potrebbe avvenire in uno stato estero». In Europa la Gran Bretagna e la Spagna consentono esplicitamente l' inseminazione anche post mortem, in altri stati la norma può essere oggetto di interpretazione. Ma anche sul trasferimento del campione di seme all' estero, potrebbe innestarsi una battaglia legale.
Così in Europa
Italia: La legge 40 sulla fecondazione assistita che è stata approvata in Italia nel 2003 consente solo la fecondazione omologa tra coppie sposate e con problemi di infertilità. È invece proibita l' inseminazione «post mortem»
Gran Bretagna: La legge inglese consente sia l' inseminazione omologa che eterologa a coppie sposate o conviventi e a donne singole. Ammette anche l' utero in affitto, senza passaggio di denaro, e l' inseminazione «post-mortem»
Spagna: L' accesso all' inseminazione artificiale, sia omologa che eterologa, in Spagna è consentita alle coppie sposate, conviventi, nonché singole purché vi acconsentano in modo libero e cosciente. La legge è del 1987
Germania: In Germania la fecondazione in vitro è ammessa solo se omologa. La legge vieta di trasferire nel corpo di una donna più di tre embrioni per un ciclo di inseminazione. Non ammessi l' inseminazione «post mortem» e l' utero «in affitto»
Del Frate Claudio
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