"Considerando che la Regione Lazio ha bloccato tutti i procedimenti autorizzativi in materia di fecondazione assistita, non si comprende come possa essere inaugurato un centro che, a meno di clamorosi risvolti, non potrebbe essere autorizzato quale centro di III livello". Se lo chiede l'avvocato Maurilio D'Angelo, legale della Warm, l'associazione mondiale di medicina della riproduzione, presieduta da Severino Antinori, alla vigilia dell'inaugurazione del nuovo Centro per la fisiopatologia della riproduzione umana dell'ospedale Sant'Andrea di Roma. Centro che, fa notare Antinori, "prima della legge 40 operava come unita' di primo livello. Come puo' adesso passare al terzo livello quando allo stato attuale nessuna autorizzazione regionale a nessun centro nel Lazio e' stata ancora concessa?".
Percio', per accertare la "piena verifica e rispondenza dell'azienda ospedaliera Sant'Andrea a tutti i requisiti contemplati dalla legge 40/2004 sulla fecondazione assistita", l'associazione ha dato incarico a D'Angelo di "predisporre un esposto alla Procura della Repubblica di Roma, affinche' venga verificata l'esistenza di tutti i provvedimenti autorizzativi previsti dalla normativa di settore, evidenziando (in caso di riscontro positivo) anche la tempistica utilizzata per l'iter di autorizzazione". La salute dei cittadini, sottolinea il legale, "va salvaguardata da ogni interesse che non sia quello 'superindividuale' del bene comune".
"Appare quantomeno anomalo - osserva il legale - che un centro 'nuovo' possa operare in tale ambito, considerato che la procreazione medicalmente assistita (per il cui esercizio e' necessario un complesso iter autorizzativo regionale) e' un settore in cui la Regione Lazio ha sospeso ogni attivita' autorizzatoria alla realizzazione (ex articolo 18 comma 1 del regolamento regionale 2/2007), intendendosi in tal senso anche le richieste che riguardano gli ampliamenti e i trasferimenti, per un periodo di un anno dall'entrata in vigore di questo provvedimento, sancendo l'improcedibilita' delle richieste inoltrate sino all'11 febbraio 2008". In pratica, sono bloccati tutti i procedimenti di autorizzazione in questo settore. Eppure, rileva la Warm, domani si inaugura un centro di III livello per la Pma.
"Sorge spontaneo chiedersi - prosegue D'Angelo - se gli amministratori della cosa pubblica abbiano provveduto a consentire un'attivita' (a discapito di altri centri, in paziente attesa), autorizzando senza il rispetto dei termini di legge la struttura ospedaliera, eventualmente spinti da non meglio precisati interessi individuali". "Quanti cicli di II e III livello sono stati effettuati a oggi da questo centro? Quali esperienze cliniche e di ricerca vanta?Quali sicurezze di eccellenza puo' offrire alle cittadine e ai cittadini?", si chiede Antinori. E incalza: "L'inaugurazione di domani rappresenta non una garanzia per i cittadini, ma l'ennesimo schiaffo alla tutela della loro salute. Come cittadini vorremmo chiedere al presidente della Regione, Piero Marrazzo, che ha problemi per ripianare il bilancio e di conseguenza chiude emergenze sanitarie, unita' coronariche e altro, perche' elargisce fondi per unita' di Pma, non certamente necessarie, visto che esistono altri centri pubblici operanti da diverso tempo?".
Aduc - 28 Gennaio 2009
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