martedì 3 febbraio 2009

I ginecologi cattolici: embrioni orfani in adozione

Repubblica — 01 febbraio 2009 pagina 9 sezione: CRONACA

ROMA - «Quattrocento nuovi nati potrebbero venire dai 7mila embrioni orfani crioconservati. Il mondo va avanti e sarebbe opportuno prendere una decisione sulla loro adozione». La proposta non arriva dal mondo laico ma è stata lanciata dal professor Antonio Lanzone, docente di Fisiopatologia della riproduzione dell' Università Cattolica, nel corso dell' incontro che si è svolto ieri con i docenti delle cinque facoltà di Ginecologia di Roma. Il teorema del professor Lanzone parte da un assunto: la legge 40 sulla procreazione assistita ha creato 30 mila embrioni conservati nell' azoto liquido a meno 200 gradi. «Di questi 3.740 c' è stata un' espressa rinuncia a un futuro impianto da parte dei genitori, ai quali se ne aggiungono più o meno 3 mila - spiega il professor Lanzone - di cui non si riescono a rintracciare i genitori». Tre le opzioni possibili: la distruzione, l' utilizzo per la ricerca o l' adozione. Le prime sono impensabili, la terza potrebbe essere praticabile. «La Chiesa in un documento ufficiale ha già detto no - spiega Lanzone - e sulla questione anche gli scienziati cattolici del Comitato di Bioetica si sono divisi, una parte ha risposto no, un' altra si è astenuta». La sua teoria è che l' adozione da parte di un' altra coppia non è configurabile come una fecondazione eterologa o un utero in affitto, «proprio per le alte motivazioni etiche del gesto». Ma oltre alla Chiesa c' è un altro ostacolo: dovrà essere il Parlamento a modificare la legge 40 sulla fecondazione assistita. Il professor Carlo Flamigni, componente della Cnb, ha votato contro: «La chiamano adozione perché danno per scontato che l' embrione sia già una persona mentre non è così. Negli Usa la legge prevede analisi rigorose sulle malattie infettive dei genitori, da noi è proibito».

MARIO REGGIO

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