giovedì 12 febbraio 2009

Fecondazione, Nancy Brilli: senza di essa non sarei madre

Senza la fecondazione assistita non avrei potuto avere figli. Cosi' Nancy Brilly si racconta nel libro "Acrobate - a 50 anni dalla pillola anticoncezionale, 40 dalla rivoluzione sessuale e 30 dalla legge 194 - 20 ritratti di donne, in bilico fra la voglia di volare e il frigo da riempire", Intermedia editore, promosso dalla Societa' Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO) e presentato oggi al Senato. "Per questo va facilitato l'accesso a queste pratiche, eliminando alcuni ostacoli burocratici e incongruenze che rendono la nostra legge attuale una fra le piu' restrittive d'Europa". L'attrice ribadisce come il diritto alla procreazione sia la vera emergenza da affrontare oggi. "E' sul tema della tutela della maternita' che si gioca il nostro essere una societa' matura, paritaria ed evoluta". Ma in tema di legge 40 e infertilita' sono intervenute anche altre protagoniste del volume, in vendita da oggi nelle librerie e il cui ricavato sara' devoluto per progetti a favore delle immigrate. "Quando ho avuto voglia di avere un figlio era troppo tardi - dice la giornalista Emanuela Falcetti -. Ho provato a salire sull'ultimo treno ma qualcuno aveva deciso per me che ormai non si poteva piu' tentare nulla, salvo recarmi all'estero, una scelta non praticabile, troppo difficile, costosa, innaturale. Se mi avessero lasciata libera di decidere qui, nel mio Paese, sarei stata ancora in tempo". Parole ricche di rabbia che esprimono una critica alla norma italiana, condivisa da altre protagoniste del volume, come l'attrice Monica Bellucci, che l'ha definita "legge da Torquemada" e la giornalista Ilaria D'Amico, che si espresse pubblicamente contro il provvedimento in occasione del referendum. "Credo che in quell'occasione sia mancata la comprensione, perche' l'argomento era complesso e relativo solo ad una piccola parte della popolazione. Ma leggo anche una diseducazione di fondo, per cui solo i grandi temi vengono percepiti come battaglie civili e non i piccoli diritti quotidiani, che invece sono fondamentali e spesso minacciati".

Aduc - 4 febbraio 2009

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