giovedì 28 maggio 2009

Procreazione medicalmente assistita, due nuove commissioni

Il Ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali, Maurizio Sacconi, e il Sottosegretario alla Salute, Eugenia Roccella, hanno presentato il 27 maggio in una conferenza stampa a palazzo Chigi due nuovi gruppi di lavoro sulla procreazione medicalmente assistita, uno dei settori di frontiera della medicina legata alle nuove tecnologie. La gestione dei centri che erogano questo tipo di servizi ha bisogno infatti di una governance adeguata, che risponda a requisiti di qualità e sicurezza per i pazienti che vi hanno accesso, e allo stesso tempo tenga conto della legislazione nazionale e dei problemi giuridici, etici e scientifici che questo tipo di tecnologie continuamente pone. Nuove normative europee, insieme a recenti sentenze della magistratura, impongono un adeguamento nella organizzazione della PMA in Italia. In particolare, è necessario tenere conto dei seguenti punti:
Con il pronunciamento della Consulta l’impianto della legge 40 non è cambiato. Si possono creare embrioni solo a fini di procreazione e restano i divieti alla loro crioconservazione, soppressione e alla selezione a fini eugenetici. Il numero di embrioni da creare resta quello “strettamente necessario”, senza indicazioni nel testo di legge di un numero massimo. Sarà il medico a stabilire caso per caso, in scienza e coscienza, il numero “strettamente necessario”: la Consulta ha introdotto cioè nella legge 40 il principio di non vincolatività per il medico, analogamente a quanto già previsto nella legge sulle dichiarazioni anticipate di trattamento, principio reso ora più forte dal punto di vista costituzionale. Rimangono eccezioni alla crioconservazione, con una maggiore sottolineatura circa la tutela della salute della donna.
E’ necessario che i centri PMA nel nostro paese si adeguino alle normative europee che regolano la qualità, la sicurezza e la tracciabilità delle cellule che vengono raccolte, conservate e trattate nei centri stessi: la direttiva 23/2004, recepita in Italia con il decreto n.191 del novembre 2007, fornisce tali criteri. Il Sistema Sanitario Nazionale ha già attuato tali norme per quanto riguarda le biobanche ad uso terapeutico presenti nel nostro territorio (ad esempio le banche dei tessuti, come ad es. le cornee). Le stesse norme europee ci impongono di estendere tali criteri ai centri PMA, i quali, raccogliendo, conservando e trattando cellule riproduttive, rientrano nella direttiva suddetta e nelle due direttive derivate in corso di recepimento e dovranno adeguare le proprie procedure agli standard europei. Ciò migliorerà la qualità e la sicurezza dei nostri centri PMA, dando maggiore trasparenza alle procedure seguite anche attraverso una informazione più consapevole alle coppie che vi si rivolgeranno. A questo scopo è istituita una commissione denominata “
Osservatorio sull’applicazione del decreto 191 alla procreazione medicalmente assistita” per verificare le modalità di attuazione delle direttive europee nell’ambito della procreazione medicalmente assistita in Italia.
La recente sentenza della Corte Costituzionale che ha modificato alcuni aspetti della legge 40 sulla PMA richiede innanzitutto un adeguamento nella formulazione del consenso informato da parte delle coppie, consenso che finora è stato regolato da un decreto ministeriale a firma dei Ministeri di Grazia e Giustizia e della Salute. Di grande importanza, ai fini della formulazione del consenso, ma anche per la stessa organizzazione dei centri PMA, è poi la questione relativa agli embrioni crioconservati presenti nei centri stessi. Le modalità di gestione degli embrioni da parte dei centri stessi – dalla logistica alla possibilità o meno di definire uno stato di abbandono – impongono questioni di tipo giuridico, etico e scientifico che vanno individuate per essere poi eventualmente affrontate con appositi provvedimenti legislativi. Il Ministero ha quindi istituito una seconda commissione, denominata“
Commissione di studio sulle problematiche relative agli embrioni conservati nei centri di Procreazione Medicalmente Assistita” con il compito di affrontare le questioni di carattere giuridico, etico e scientifico relative alla conservazione degli embrioni nei centri di procreazione medicalmente assistita, e alla formulazione del consenso informato da parte delle coppie.

Ministerosalute.it / 28 maggio 2009

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