mercoledì 13 maggio 2009

Legge 40: se la destra ci riprova dopo la sentenza della consulta

L'Unità - 13 Maggio 2009

Un mese fa, quando la Corte Costituzionale bocciò parzialmente la legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita, eliminando alcune delle sue parti più controverse, la maggioranza di centro-destra, si affannò a spiegare che la sentenza non ne intaccava comunque l`impianto. Ora disponiamo delle motivazioni della sentenza, ed emerge chiaramente la pretestuosità di quelle affermazioni: si tratta di una bocciatura senza appello della legge.

Non poteva che essere così. La Corte Costituzionale ha detto "no" ad una legge irragionevole e iniqua, che in ossequio a finalità ideologiche non ha alcun rispetto per la salute della donna e la libertà della scienza: diritti che, giova ricordarlo, sono espressamente tutelati e garantiti dalla Costituzione. Viene sancito che non spetta al legislatore individuare di volta in volta il numero di embrioni ido- neo «per assicurare un serio tentativo di procreazione assistita, riducendo al minimo ipotizzabile il rischio per la salute della donna e del feto».

E viene detto che il limite dei tre embrioni per volta da impiantare contemporaneamente in utero, viola l`articolo 3 della Costituzione, «sotto il duplice profilo del principio di ragionevolezza e di quello di uguaglianza». Esattamente quello che come associazione Luca Coscioni avevamo sostenuto fin dal primo momento. Si tratta di una sentenza importante: consente una maggiore tutela della salute della donna; e restituisce quella necessaria flessibilità di scelta sulla quantità di ovuli da impiantare che spetta alla professionalità del medico valutare, caso per caso. Una sentenza che potrà contribuire a ridurre l`avvilente fenomeno del turismo procreativo. La Società italiana di studi di medicina della riproduzione ricorda che sono circa 10mila ogni anno le coppie costrette a rivolgersi a centri esteri di procreazione assistita.

Ora occorrerà vigilare. La sottosegretaria al Welfare Eugenia Roccella, all`indomani della sentenza, ha promesso nuove linee guida per i centri specializzati che giustamente lamentano la mancanza di indicazioni concrete. Da questa maggioranza ci si può benissimo aspettare il tentativo di inserire disposizioni che ripristino il divieto di analisi pre-impianto e cerchino di annullare la sentenza della Corte Costituzionale. Per questo propongo un tavolo condiviso fra società scientifiche, istituzioni e associazioni di pazienti, con naturalmente - se vorrà partecipare - il vice-ministro alla Sanità Ferruccio Fazio; un tavolo che consenta di identificare un percorso nuovo, nell`interesse della salute delle donne.

Maria Antonietta Farina Coscioni
Copresidente ass.ne Luca Coscioni, deputata radicale, membro del PD alla Camera.

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