domenica 10 maggio 2009

Basta viaggi all'estero per i figli in provetta

Il Tempo - 10 maggio 2009

Arriva la svolta. La Corte di Cassazione boccia parte della "legge 40": il medico potrà scegliere il numero di embrioni da impiantare.

Esulta il professor Severino Antinori, pioniere della fecondazione assistita, il quale, nel suo fondamentale ricorso alla Corte Costituzionale, in occasione del referendum, aveva fatto osservare che l'obbligo di utilizzare al massimo tre embrioni per volta, da impiantare contemporaneamente, durante un procedimento di fecondazione assistita, violava l'articolo 3 della Costituzione «sotto il duplice profilo del principio di ragionevolezza e di quello di uguaglianza, perché il legislatore riserva il medesimo trattamento a situazioni dissimili».
La norma creava problemi anche per l'articolo 32 per «il pregiudizio alla salute della donna, ed eventualmente del feto a esso connesso». Accogliendo in sostanza nella sua totalità quest'argomentazione la Corte Costituzionale, ha in parte bocciato la «legge 40» sulla procreazione assistita stabilendo l'«autonomia e responsabilità del medico» nel determinare di volta in volta il numero necessario di embrioni da impiantare, e «riducendo al minimo ipotizzabile il rischio per la salute della donna, ed eventualmente del feto».
La sentenza conferma il ricorso al congelamento di quegli embrioni «prodotti ma non impiantati per scelta medica». La norma in vigore, fino ad oggi, consentiva la conservazione a bassissima temperatura in appositi contenitori solo in caso di non prevedibile malattia acuta della donna. Secondo la Corte resta «salvo il principio secondo cui le tecniche di produzione non devono creare un numero di embrioni superiore a quello strettamente necessario», tuttavia a stabilire tale numero saranno «accertamenti demandati al medico», con l'esclusione della previsione «dell'obbligo di un unico e contemporaneo impianto e del numero massimo di embrioni da impiantare».
Tutti i rischi e i problemi, secondo la Corte, si verificano perché la legge 40 «non riconosce al medico la possibilità di una valutazione del singolo caso sottoposto al trattamento, con conseguente individuazione, di volta in volta, del limite numerico di embrioni da impiantare». Il professor Antinori, che è stato il primo a presentare ricorso insiste, oggi, sull'assurdità (addirittura talebana secondo il ginecologo) del limite dei tre embrioni, causa di una moltiplicazione dei cicli di fecondazione con un aumento dei rischi di una iperstimolazione ovarica con tutte le conseguenze».
L'aspirante mamma rischiava di essere oberata di farmaci, tollerabili per un tentativo, ma improponibili in forma continuativa. «È una grande vittoria della nostra civiltà giuridica - conclude - che permetterà di evitare a centinaia di mamme i viaggi della speranza all'estero con un aggravio di spese e una perdita spesso della qualità dell'assistenza». La parola adesso alla sottosegretaria al Welfare con delega alla bioetica, Eugenia Roccella, che dovrà emanare le nuove norme di attuazione della legge sulla fecondazione assistita dopo la Sentenza della Consulta.

Giancarlo Calzolari

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