mercoledì 14 gennaio 2009

'Vogliamo anche noi un bimbo sano' . Preimpianto, ricorso contro la legge

Repubblica — 13 gennaio 2009 pagina 7 sezione: TORINO

Vogliono un figlio e lo vogliono sano. Ma sono sterili e soprattutto portatori entrambi di una malattia genetica che potrebbe essere trasmessa, con un rischio del cinquanta per cento, alla loro prole. Con la fecondazione assistita hanno la possibilità che uno o due, dei soli tre embrioni che possono essere impiantati nell' utero, siano «malati». Ma non possono saperlo perché la legge vieta la diagnosi preimpianto. Si sentono dunque discriminati nella loro possibilità di generare un figlio in salute, e chiedono l' intervento urgente del giudice. Per questo una coppia di torinesi, 35 anni, hanno presentato un ricorso in tribunale civile. Nell' affrontare la battaglia legale però non sono soli, visto che altri nove ricorsi in altri tribunali d' Italia sono stati portati avanti dal team di avvocati a cui si sono rivolti, i legali Gianni Baldini, Maria Paola Costantini, Giorgio Muccio, Marilisa D' Amico, Sebastiano Papandrea, Ileana Alesso, Massimo Clara e Filomena Gallo, e da nove associazioni di pazienti (Madre provetta, Hera, L' Altra cicogna, Amica cicogna, Unbambino. it, Cerco un bimbo, Cittadinanzattiva, Sos fertilità, Associazione Luca Coscioni), che si fanno carico dei costi legali, e da quattro centri per la procreazione assistita (Sismer, Umr, Cecos, Warm). «La malattia genetica di cui è portatrice la coppia di aspiranti genitori torinesi si chiama traslocazione robertsoniana, ed è molto grave perché c' è un alto rischio che venga trasmessa al figlio e che questi possa contrarre un tumore che lo porterebbe a morte certa - ha spiegato l' avvocato Gianni Baldini di Firenze che ha presentato l' esposto davanti ai giudici torinesi della sezione "famiglia" poco prima di Natale - visto che per legge si possono impiantare solamente tre embrioni al massimo, esiste una possibilità solo del 10 per cento che possano avere un figlio sano. Nel ricorso d' urgenza, chiediamo al giudice di ordinare una diagnosi genetica preimpianto e che possano essere impiantati in questo caso più di tre embrioni, visto che la coppia si sente discriminata e vorrebbe avere le stesse chance di successo degli altri aspiranti genitori. Si chiede inoltre al giudice di superare i limiti imposti dalla legge e di sollevare una questione di legittimità costituzionale che riguarda l' obbligo terapeutico del medico, in pratica che sia il medico a poter valutare caso per caso quanti embrioni servono per poter instaurare una gravidanza senza rischi». Sinora infatti è possibile effettuare solo tre tentativi, ed è permessa solo la diagnosi di osservazione dell' embrione «permette di capire solo le caratteristiche morfologiche e di individuare solo il sei per cento delle patologie. mentre noi chiediamo la diagnosi genetica, una biopsia che individuerebbe il 93 per cento delle malattie».

SARAH MARTINENGHI

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