Il Foglio – 3 settembre 2008
Roma. Il Tar del Lazio dedicherà oggi una doppia camera di consiglio alle nuove linee guida sulla legge 40 sulla fecondazione artificiale, che furono varate dall’ex ministro della Salute, Livia Turco, all’epoca in cui era in carica solo per gli affari correnti, in barba alle regole istituzionali che impongono al governo sfiduciato di limitarsi alla ordinaria amministrazione.
Il Tar deve esaminare un ricorso del Comitato per la tutela della salute della donna, che si oppone alle linee guida nella parte in cui aprono di fatto alla diagnosi preimpianto degli embrioni, a dispetto di quanto la legge 40 stabilisce senza equivoci. Il secondo ricorso da esaminare è stato invece presentato, a sorpresa, da alcuni dei centri di procreazione assistita che a suo tempo ne avevano sollecitato l’adozione e avevano applaudito il ministro Turco. Con questo nuovo ricorso, i centri provano a riparare agli errori che, su loro istanza, lo stesso Tar del Lazio aveva commesso all’inizio dell’anno, quando aveva sollevato dinanzi alla Consulta una questione di legittimità sull’articolo 14 della legge 40, in base a una motivazione così piena di incongruenze da meritare di essere rigettata per questioni di rito prima ancora che di merito. Lo scopo dell’operazione è quello di abrogare l’intero articolo 14 della legge, un chiaro ostacolo alla diagnosi (eugenetica) preimpianto.
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