Salute di Repubblica - 18 settembre 2008
L'ULTIMA fatica letteraria di Carlo Flamigni, ginecologo insigne dell'università di Bologna e pionere della fecondazione assistita, è dedicata a un tema a lui caro, la sterilità. In due poderosi volumi (Il primo e il secondo volume della sterilità, Utet, euro 47) Flamigni, che è anche membro del Comitato Nazionale di Bioetica, affronta questo delicatissimo tema da molti punti di vista: quello della coppia, che vive come una menomazione la propria incapacità di procreare e che spesso non trova un sostegno psicologico adeguato neppure nei medici ai quali si rivolge, e quello delle diverse tecniche di fecondazione assistita. Anche alla luce della legge 40, che ha ristretto le possibilità di accesso ad alcune tecniche per le coppie infertili, costringendo molte coppie italiane a rivolgersi all'estero. Passando per il tema della fertilità femminile e maschile, alla quale si pensa solo quando si decide di avere un figlio e che si trascura da giovani con comportamenti sbagliati.
Perché ci si ritrova sterili? Flamigni prende in considerazione tutte le possibili cause del problema, descrive con dovizia di particolari le indagini che vanno fatte per la diagnosi, illustra le diverse cure. Anche se - sottolinea - essendo la sterilità in espansione, è rilevante il numero di casi in cui l'analisi clinica non è in grado di individuare cause certe. E non manca di evidenziare le difficoltà della medicina - e ovviamente dei medici - nel dover affrontare e affiancare le coppie in un momento di grandissima difficoltà psicologica: quello della diagnosi. Il passaggio successivo, per molti, è ricorrere alla tecniche di fecondazione assistita, con tutto quello che vuol dire in termini di investimento emotivo, ancor prima che psicologico. "È l'inizio", scrive Flamigni, "di un iter spesso lungo e doloroso, percorrendo il quale, e sopportandone gli oneri, la costanza non è sempre ricompensata da un risultato felice".
Elvira Naselli
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