Salute di Repubblica - 25 settembre 2008
Un altro allarme per la fertilità maschile. Questa volta il pericolo arriva dalle abitudini della madre in gravidanza. Sembra infatti che l'utilizzo di profumi e cosmetici nelle donne incinte possa causare infertilità e tumori nei nascituri, soprattutto se maschi. Lo sostiene Richard Sharpe del Medical Research Council, che ha presentato i dati di una ricerca sperimentale sui topi al Simpson Symposium di Edimburgo sulla fertilità.
Il periodo critico è tra l'ottava e la dodicesima settimana, quando inizia la differenziazione degli organi genitali maschili e femminili. L'utilizzo da parte delle gestanti di profumi e prodotti cosmetici "indebolirebbe" e altererebbe l'azione del testosterone e quindi la fertilità futura del nascituro, oltre a favorire l'insorgenza di tumori, soprattutto al testicolo.
Poco tempo fà un altro allarme per la fertilità maschile era stato accertato per pesticidi, diossine, fitoestrogeni, utilizzati in agricoltura o zootecnia. Identico il meccanismo: l'azione bloccante di questi agenti nei confronti degli ormoni sessuali maschili. Infine gli estrogeni veri e propri, assunti dalla madre attraverso il cibo o l'inquinamento delle falde acquifere, riducono nel neonato il numero degli spermatozoi. Insomma, una fertilità maschile "avvelenata" dagli inquinanti che si comportano come veri e propri ormoni, modificando la fertilità e lo sviluppo fetale.
Uno studio finlandese ha dimostrato che nei nati maschi degli ultimi 20 anni vi è un aumento della alterazioni del sistema riproduttivo maschile che si manifesta con infertilità, alterata discesa dei testicoli alla nascita (criptorchidismo), malformazioni dello sbocco dell'uretra (ipospadia) e tumori del testicolo. Seppure in modo più graduale, sta succedendo quanto documentato negli animali come pesci e orsi polari che risultano sempre più ermafroditi.
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