giovedì 29 maggio 2008

Solo l’Europa può salvarci dalla legge 40/04

A distanza di 4 anni, dall'entrata in vigore della legge 40/04 sulla riproduzione assistita, nulla è cambiato in Italia a livello legislativo. Emergono soltanto i danni prodotti da questa legge nelle relazioni al Parlamento depositate negli ultimi 2 anni. Aumenta il rischio di gravidanze plurime del 21%. Rischio che nel resto d'Europa è pari allo 0% con una particolare attenzione alla riduzione dei rischi per la salute delle donne e dei nascituri. Diminuiscono le nascite, diminuiscono i successi delle tecniche. E' quanto sostiene l'Associazione Amica Cicogna onlus che con l'Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica, e con Cerco un bimbo, Unbambino.it, L'Altra Cicogna onlus, Madre Provetta onlus, ha organizzato nei giorni scorsi a Roma un incontro per sottolineare la situazione e chiedere l'intervento della Comunità Europea.

Nel corso dell'incontro è stato ribadito come le coppie che devono ricorrere a tecniche eterologhe oramai vadano all'estero da 4 anni, seguendo il flusso del cosiddetto turismo procreativo (tecnica vietata in base all'art. 4 comma 3). Le coppie più giovani, maggiormente a rischio di gravidanze plurime, si recano all'estero per congelare gli embrioni e per trasferire 1 o 2 embrioni per volta (tecnica di crioconservazione vietata all'art. 14 comma 1, impianto "unico e contemporaneo" di tutti gli embrioni prodotti previsto art. 14 comma 2).

Le coppie fertili portatrici o affette da patologie genetiche non possono accedere alla diagnosi di preimpianto, meno invasiva per la salute della donna rispetto alle indagini prenatali che hanno il medesimo intento di rilevare patologie trasmesse al nascituro; anch'esse si recano all'estero (accesso vietato in base all'art. 1 comma 1 e 4 comma 1).

Quanti hanno bisogno della riproduzione assistita per provare ad avere un figlio, ma non hanno un reddito che consente loro di andare in un altro Paese, restano in Italia e contribuiscono a produrre i dati nefasti sull'applicazione della legge 40 del 2004.

In un Paese a scarsa natalità, che non riconosce il diritto ad avere un figlio, che impedisce la genitorialità cosciente e responsabile, che calpesta il diritto alla salute, in un simile Paese i cittadini italiani si sentono meno italiani e più cittadini comunitari. Per tale motivo chiedono aiuto alla Commissione Europa.

Le violazioni di tali diritti emergono con evidenza dalle relazioni sugli effetti della legge 40/04 presentate al Parlamento: le conseguenze dell'applicazione di una norma dello Stato Italia sono certificate e documentate in modo ufficiale.

"Risulta palese infatti - ha precisato l'avvocato Filomena Gallo, presidente di Amica Cicogna onlus - la violazione anche di molte norme del diritto comunitario causata: dall'esclusione di molti cittadini all'accesso delle tecniche al divieto di fecondazione eterologa; dall'impossibilità di revocare il consenso dopo la produzione degli embrioni (e non fino al momento dell'impianto come sanciscono le leggi di molti altri Paesi); dal limite di produzione di 3 embrioni; dal divieto di accesso per tutti coloro che necessitano una diagnosi di preimpianto.

Dopo le prime denunce di questi giorni inviate alla Commissione Europea - ha continuato la Gallo - oggi invitiamo tutti i cittadini che vedono lesi i loro diritti dalla legge sulla fecondazione assistita a procedere con le denunce direttamente alla Commissione Europea, affinché sia avviata una procedura d'infrazione se la legge 40 del 2004 non verrà modificata."

Tutte le rappresentanti delle associazioni di coppie che per procreare necessitano dell'applicazione della procreazione assistita annunciano che su tutti i loro siti vi saranno le istruzioni per effettuare la denuncia alla Commissione Europea.

"Il legislatore italiano, con la legge 40 - ha aggiunto Chiara Lalli, docente universitaria - è entrato nelle case di molti cittadini italiani; e non si limita a spiarli dal buco della serratura (abitudine già riprovevole), ma si è piazzato nelle loro stanze da letto con tanto di paletta per i voti. Impietosamente non concede la patente di genitore a chi non è sposato o convivente da almeno 3 anni o a chi non è sterile ma "solo" affetto da una patologia genetica o virale. Impietosamente sbriciola la speranza di avere un figlio di molte persone, violando contemporaneamente il loro diritto alla salute e alla equità dei trattamenti sanitari".

"La materia sanitaria e la tutela della salute con il principio di uguaglianza come confermato dalla corte di giustizia delle Comunità europee è anche materia comunitaria - ha affermato l'Europarlamentare radicale On. Marco Cappato, segretario dell'associazione Luca Coscioni che conclude" l'Europa non va considerata come una minaccia, ma come un'occasione per rafforzare le libertà degli stessi cittadini italiani".

http://www.saluteeuropa.it/
26 Maggio, 2008

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