sabato 31 maggio 2008

Alla Salute le salde mani cattoliche

Chi è Carlo Giovanardi? Un ex Udc poi folgorato sulla via di Arcore, e quindi ora sottosegretario alla famiglia. Ebbene, qual è stato il suo primo "messaggio" governativo? Voler cambiare le linee guida della legge 40, emesse dall'ex ministro della Salute, Livia Turco, al termine del mandato. A parte che l'aggiornamento delle linee guida sulla fecondazione assistita era atto dovuto; a parte che appare dettata da furore ideologico l'affermazione di Giovanardi sulla diagnosi preimpianto che apre la strada "ad una deriva eugenetica" (perché il sottosegretario non si confronta con le coppie portatrici di gravi malattie genetiche?), una domanda si pone: a che titolo parla Giovanardi? Come sottosegretario o esponente politico? Perché, nel primo caso, la legge 40 non è competenza sua, bensì del ministero della Salute.

Come mai questa "invasione di campo"? Giocando a carte scoperte, si può dire che piazzare la bandierina sui temi etici significa raccogliere riconoscimenti oltreTevere, perché il Vaticano ha invitato tutti i cattolici a fare muro su alcune questioni "delicate". Ma si può anche sostenere che dopo la cancellazione del ministero della Salute (che errore accorparlo al Welfare: siamo unici in Europa), nei primi giorni è regnata la confusione sulle deleghe, sui "compiti", da assegnare ai sottosegretari. Che sono ben quattro, dei quali almeno tre hanno una caratteristica comune: tenere la barra della Salute ben salda su posizioni cattoliche. D'altronde è vero che nel governo Berlusconi non sono tanti i politici che seguono la dottrina della Chiesa, ma quelli presenti sono affidabili e influenti.

Come Eugenia Roccella, ex femminista ed ex radicale (anzi figlia di uno dei fondatori del partito di Pannella), oggi sostenitrice molto attiva delle posizioni della Chiesa, e non a caso ex portavoce del Family day. Per la Roccella, tutti gli argomenti etici targati centrosinistra sono sbagliati: non le piace la pillola abortiva RU486, vuole che sia fatto "il tagliando" alla legge sull'aborto, la 194, è favorevole all'idea di ritornare alle norme della 40, pre linee-guida, sul testamento biologico non ci sta.

Di idee analoghe Francesca Martini, leghista, attiva nella passata legislatura sulle problematiche socio-sanitarie e familiari. E' molto vicina al comitato Scienza e vita, che si è contraddistinto per le posizioni conservatrici sulla ricerca, sulla procreazione assistita, sull'aborto (ma nel comitato erano presenti anche esponenti politici del centrosinistra, come Paola Binetti). Insomma su alcune questioni cruciali, al ministero che fu della Salute, ci sono sottosegretari di sicuro affidamento.

Forse, anzi certamente, il sottosegretario più autorevole in ambito sanitario è Ferruccio Fazio. Medico e specializzato in medicina nucleare nel 1970 e in malattie dell'apparato respiratorio, ha avuto esperienze professionali all'estero, è autore di oltre 300 pubblicazioni su riviste recensite da Science Citation Index (SCI) e oggi ricopre diversi incarichi, in particolare all'Istituto San Raffaele di don Luigi Verzé, il fondatore, la persona più potente e più influente della sanità italiana (dopo il ministro). E anche figura anomala, perché don Verzè non sempre si è schierato nettamente con le posizioni ufficiali del Vaticano (sul referendum per la legge 40 disse che i cattolici potevano anche votare sì), ed è convinto che la Chiesa accetterà, per le situazioni limite, pillola e preservativo.

Fazio è riuscito a diventare sottosegretario, spuntandola su Michela Brambilla, osteggiata dai medici e da settori del Pdl, ma soprattutto perché lo ha voluto don Verzè. Per difendere quali interessi e per quale sanità? La scomparsa del ministero non fa ben sperare.

di Guglielmo Pepe
Salute di Repubblica del 29 maggio 2008

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