domenica 7 giugno 2009

Nel Lazio una donna su tre ha primo figlio dopo i 35 anni

"Nel Lazio una donna su tre ha il primo figlio oltre i 35 anni. Una tendenza che contrasta con il naturale declino della fertilita' femminile". A parlare del fenomeno, citando i dati laziali, e' Mauro Schimberni, docente di Tecniche di riproduzione assistita all'universita' Sapienza di Roma e responsabile dell'equipe del centro BioRoma, che ha organizzato il convegno 'Fermare l'orologio biologico nella riproduzione?'. Un incontro alla Casa del cinema della Capitale, per fare il punto sulla questione, grazie al parere di specialisti italiani e internazionali."Questo convegno intende dare delle risposte alla crescente tendenza, riscontrata nei Paesi economicamente sviluppati, a cercare la prima gravidanza in eta' avanzata", prosegue Schimberni. Obiettivo degli organizzatori analizzare le strategie terapeutiche migliori per le donne in eta' riproduttiva avanzata, e l'evoluzione delle tecniche per preservare piu' a lungo la fertilita' femminile. "Negli ultimi anni si e' registrato un aumento del numero di donne che, dopo aver avuto un primo figlio naturalmente, ne cercano un secondo attraverso tecniche di riproduzione assistita. A spingerle - spiega l'esperto - sono le sempre piu' numerose seconde unioni", matrimoni o convivenze."Queste donne - sottolinea Schimberni - hanno piu' probabilita' di raggiungere con successo una gravidanza rispetto a quelle che approcciano alle tecniche di fecondazione assistita per avere un primo figlio". L'emancipazione femminile e il migliore tenore di vita hanno determinato nel nostro Paese, dicono gli esperti, un generale ritardo nella formazione della coppia stabile e, conseguentemente, nella procreazione. Che interviene ben oltre i 30 anni, quando la fertilita' tende fisiologicamente a diminuire. Cosi' si e' determinato negli anni anche un aumento dell'infertilita' di coppia. Fra i relatori presenti al convegno anche Jacques Donnez, del Dipartimento di Ginecologia dell'universita' Cattolica di Lovanio (Belgio), e Carlo Bulletti, direttore dell'Unita' operativa di Fisiopatologia della riproduzione dell'ospedale Cervesi di Cattolica.

Aduc - 7 giugno 2009

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