Repubblica — 26 ottobre 2008 pagina 19 sezione: CRONACA
ROMA - Sì alla pillola del giorno dopo che va sempre garantita, no alle linee guida vincolanti sulla fecondazione assistita: «Non permettono al medico di compiere il proprio dovere e alla donna l' autodeterminazione visto che stabiliscono atti e procedure indipendentemente dal singolo caso e dal contesto medico». Inviti, bocciature e la denuncia dell' insufficienza delle politiche di educazione procreativa nel nostro paese, sono presenti nel documento del Consiglio nazionale della Federazione nazionale degli ordini dei medici. Approvato ieri - a Ferrara - all' unanimità ma anche con dissidi culminati nell' abbandono da parte di diversi esponenti della riunione stessa. Dopo i numerosi casi, quest' anno, di ospedali e sanitari che si sono rifiutati di prescriverla, il Consiglio nazionale ribadisce che la pillola del giorno dopo deve essere garantita in quanto il medico ha l' obbligo deontologico di «adoperarsi per tutelare l' accesso alla prescrizione nei tempi appropriati» alle donne che ne facciano richiesta. Sulla fecondazione assistita arriva ancora una bocciatura della legge 40. Le linee guida secondo i medici impedirebbero di agire secondo scienza e di perseguire il massimo bene delle pazienti». Già nel 2004 si erano pronunciati negativamente «sui vincoli previsti dalle prime linee guida alle diagnosi preimpianto sull' embrione, limitate alle sole tecniche osservazionali, escludendo quindi quelle genetiche, e all' obbligo di impianto di tutti gli embrioni prodotti (fino a tre)». Nell' assistenza ai neonati vitali di età gestazionale estremamente bassa (22-25 settimane) nati da parti prematuri o aborti terapeutici, il medico deve valutare «caso per caso». il consiglio poi invita su questo tema, ad evitare un dibattito «strumentale».
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