Corriere della Sera - 13 novembre 2008
MILANO - Cattolico, ma più vicino a Barack Obama che al Vaticano: «La ricerca sulle cellule staminali embrionali non dev' essere bloccata». Giorgio Lambertenghi, presidente dell' Associazione medici cattolici di Milano, è amareggiato dallo stop ai progetti del leader Usa arrivato dal cardinale Javier Lozano Barragan. Ma per i credenti l' embrione non è una vita umana? «Io sono convinto che si possa parlare di persone quando un individuo acquista una capacità comunicativa. L' embrione è una vita umana solo potenzialmente». Dopo la sua apertura al testamento biologico, ecco un' altra presa di posizione controcorrente. È ormai sua abitudine prendere le distanze dalle tesi diffuse tra i cattolici? «Nient' affatto. Ma c' è in gioco il futuro della ricerca. Lasciare congelati nei frigo gli embrioni orfani vuol dire perdere un' occasione per aiutare i malati». Da medico cattolico come intende battersi su questo fronte? «Al Policlinico arriveranno 30 mila embrioni orfani da tutt' Italia: se non saranno utilizzati sono destinati a morire. Porrò il problema al Comitato di bioetica di cui faccio parte». In nome della ricerca scientifica possono essere fabbricati embrioni in laboratorio? «No. Un conto è utilizzare quelli rimasti orfani perché non impiantati dopo una fecondazione assistita, un altro è crearne di nuovi. È un punto su cui non transigo». Sabato la sua associazione ha organizzato un convegno con il direttore de Il Foglio Giuliano Ferrara. Riuscirà a convincerlo a sposare la sua tesi? «Ci proverò».
Ravizza Simona
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