mercoledì 27 gennaio 2010

Utero in affitto, inchiesta su una coppia moglianese

Il Gazzettino - 27 gennaio 2010

MOGLIANO - Sotto inchiesta per una figlia avuta grazie ad un utero preso in "affitto" in Ucraina. La posizione di una coppia residente a Mogliano è finita all’attenzione della Procura di Venezia sulla base della segnalazione inoltrata dalla polizia dell’aeroporto Marco Polo di Tessera (nella foto: lo scalo). La coppia è stata fermata per un controllo durante le feste di Natale, di ritorno dal viaggio all’estero: la bimba bionda che portavano in braccio, di appena 25 giorni di età, non era infatti annotata sul passaporto. Gli agenti chiesero spiegazioni e la donna inizialmente disse di aver partorito all’estero; versione però contraddetta dal suo medico, il quale smentì che fosse incinta. A questo punto la coppia ha ammesso di aver siglato un contratto, regolarmente registrato, in base al quale una giovane ucraina si era prestata ad una pratica di inseminazione artificiale con il seme del moglianese; pratica che nel Paese ex sovietico è consentita, al contrario di quanto accade in Italia. La coppia sarebbe in possesso anche di un documento dell’ambasciata che attesta la paternità e la gravidanza in "affitto". L’uomo, da quanto si è appreso, si sarebbe rifiutato di sottoporsi al test del dna, richiesto dalla polizia.
Il fascicolo è stato assegnato al sostituto procuratore Giovanni Zorzi, il quale dovrà ora valutare il da farsi, dopo aver disposto i necessari accertamenti. Se l’"utero in affitto" è pratica legale in Ucraina, nessun reato potrebbe essere contestato alla coppia di Mogliano. L’unico profilo di possibile illecito, eventualmente, potrebbe riguardare la dichiarazione non veritiera effettuata all’arrivo in Italia, sulla base della quale si potrebbe configurare un’ipotesi di alterazione di stato anagrafico, reato che peraltro prevede una sanzione piuttosto severa, fino a 15 anni di reclusione.
Ma è ancora presto per tirare qualsiasi conclusione. Preliminarmente, il magistrato cercherà di ricostruire innanzitutto l’iter della pratica seguita dalla coppia in Ucraina e disporrà, con molte probabilità, una consulenza tecnica sul dna dell’uomo per avere certezza della sua paternità ed escludere l’eventualità che la bimba possa essere stata "comperata".

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