giovedì 3 dicembre 2009

Procreazione assistita, indagine: sette cliniche su dieci ignorano legge 40

La legge 40 sulla fecondazione assistita e' tranquillamente ignorata dalla maggioranza delle cliniche, che "producono e congelano embrioni a gogo'". E' la denuncia del settimanale Tempi - in edicola in tutta Italia fino a mercoledi' 9 dicembre - in un'inchiesta che ha visto protagonista una sua giornalista che si e' rivolta a 50 delle 200 cliniche per la fecondazione assistita presenti in Italia, cosi' come farebbe una donna con problemi di fertilita' desiderosa di avere figli. Il risultato dell'inchiesta e' che ben 35 (il settanta per cento) degli istituti clinici interpellati da Tempi hanno ammesso di congelare gli embrioni senza curarsi del loro eventuale abbandono e senza verificare se la richiedente avesse o no un partner stabile. Questo malgrado la legge 40 ponga paletti ben precisi, vietando tra l'altro la crioconservazione degli embrioni e il loro utilizzo a scopi sperimentali e limitando l'accesso alle tecniche solo alle coppie sposate o conviventi. Invece, secondo l'inchiesta "la maggior parte delle cliniche per la Fiv producono embrioni a gogo', li congelano e non si preoccupano di verificare se le donne che ricorrono alla Fiv siano coniugate, conviventi, single o quant'altro. Insomma, la legge 40 sembra ampiamente e tranquillamente ignorata". E la scoperta e' che anche alcune cliniche cattoliche, come la San Raffaele di Milano, sono alquanto "permissive" sulla fecondazione assistita: "La tutela della donna - si e' sentita rispondere la giornalista - non da' limiti da rispettare sul numero degli embrioni. Attualmente si possono fecondare gli ovociti e poi congelarli. Ad esempio, se la donna ne genera piu' di tre di buona qualita' li si congela e li si usa all'occorrenza. Non c'e' obbligo di impianto, li puo' lasciare qui gli embrioni. Nessuno obbliga nessuno".
Aduc - 3 dicembre 2009

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