lunedì 14 dicembre 2009

Padova. Costretta ad abortire da uno scambio di provette: causa all'ospedale

Il Gazzettino - 11 dicembre 2009

PADOVA (11 dicembre) - Uno scambio di provette durante un'operazione di inseminazione artificiale avrebbe costretto una donna padovana, fecondata non dal seme del marito, ad abortire e a chiedere i danni all'azienda ospedaliera. Protagonista della vicenda un'impiegata di 33 anni che dopo precedenti tentativi di rimanere incinta in una clinica privata aveva deciso di rivolgersi all'azienda ospedaliera di Padova. Dopo alcune verifiche e terapie sanitarie, nel luglio scorso, e un primo tentativo di inseminazione artificiale fallito a settembre, in ottobre i medici consigliarono alla donna di ripetere l'operazione per due giorni consecutivi. Sarebbe stato il secondo giorno che la provetta con il seme del marito sarebbe stata scambiata con quella di un'altra coppia presente contemporaneamente nell'ambulatorio. Sarebbe quindi stato lo stesso reparto di Ginecologia e Ostetricia ad avvisare successivamente dell'errore la paziente e a prescriverle l'assunzione della pillola del giorno dopo per interrompere un'eventuale gravidanza.L'azienda ospedaliera di Padova, in una nota, esprime «forte rammarico per l'errore procedurale a causa del quale è stato utilizzato il seme di un donatore diverso dal marito». L'azienda ospedaliera conferma che la paziente è stata sottoposta presso Ostetricia e Ginecologia a procedura di inseminazione e che poi «la coppia è stata immediatamente e adeguatamente informata dai clinici sull'accaduto». L'azienda ospedaliera dopo le verifiche rileva che «può con certezza affermare che l'errore procedurale è circoscritto esclusivamente a questo caso».

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