mercoledì 23 luglio 2008

La mia avventura con la diagnosi preconcepimento

Vi riportiamo la testimonianza di una cara amica.

Ecco la mia avventura con la diagnosi preconcepimento, sul globulo polare:
accorcio la storia dei miei 50 giorni di protocollo di stimolazione che sono diventati tali (anziché i normali 20-25) per “contrattempi” medici e congressistici (c’è stato l’ESHRE di mezzo) che purtroppo nessuno poteva prevedere.
Arrivo finalmente al giorno del pick-up (17 luglio) con 21 follicoli in corpo; di questi, 14 risultano maturi abbastanza per poterne prelevare il globulo polare e fare la diagnosi. I 14 partono per il centro Genoma ma qui avviene la MATTANZA: di 3 di loro, non riescono ad amplificare il dna, quindi buttati, 3 sono risultati sicuramente portatori di sma, quindi come sopra, 2 sicuramente non portatori, quindi viene dato l’ok per la fecondazione. Gli altri 6 (e qui è accaduto quello che non mi aspettavo e non credo si aspettasse neanche il genetista del centro) sono risultati “ricombinanti” cioè durante la divisione cellulare di questi ovociti ci sono stati “scambi” di frammenti di dna vicini al pezzetto malato e non si è più capito dove questo fosse andato a finire. Quindi per questi 6 non si è potuto dire con certezza se la mutazione sma fosse nell’ovocita o nel suo corrispondente globulo polare…ovviamente anche questi 6 sono stati scartati. Mi era stato detto che la sma, per la posizione della mutazione sul gene, non era a rischio di fenomeni di ricombinazione, quindi non ci sarebbero stati risultati dubbi….mah, devo essere un caso strano (la mia solita sfiga).
Tutta questa procedura ha richiesto circa 8 ore quindi gli unici 2 ovetti superstiti sono stati fecondati con circa 4 ore di ritardo rispetto ai tempi di una normale fecondazione in vitro. Risultato: gli embrioni non si sono formati (chissà, magari non si sarebbero formati neanche nei tempi giusti, ….ma che ci sarebbero volute 8 ore non lo sapevano??)
Credo che le informazioni che mi erano state date erano un po' ottimistiche, loro stessi mi sembra ne sappiano meno di quello che mi hanno raccontato, comunque con estrema disponibilità e gentilezza. Forse mi sarei sentita meno presa in giro se invece di dirmi: “accadrà questo, non accadrà quello”, mi avessero detto “la tecnica ha buone potenzialità ma è ancora molto sperimentale… speriamo accada questo, speriamo non accada quello, speriamo di riuscire a mantenerci nei tempi giusti per non far avariare le uova!!” Le mie aspettative sarebbero state diverse. Spero comunque che l’esperienza che hanno fatto con il mio caso serva ad ottimizzare la tecnica e che diventi presto una VALIDA alternativa alla diagnosi preimpianto estera. Sempre che nel frattempo i nostri politici non ci diano la grazia di poter accedere alla tecnica anche in Italia.
Il mio prossimo tentativo sarà senz'altro la preimpianto all'estero perchè non ho tempo ne soldi da perdere e la via naturale mi è già costata un raschiamento.
In bocca al lupo a tutti noi, Chiara

1 commento:

Chiara ha detto...

ciao mamme,
vorrei fare una doverosa precisazione: la mia posizione di estremo scetticismo riguardo la tecnica di diagnosi sul globulo polare, non ha niente a che vedere con la mia OTTIMA OPINIONE sulla professionalità dei centri che mi hanno seguita (Genoma per la parte diagnostica e Genera per la parte biologica e ginecologica). MI RIVOLGERO' COMUNQUE A LORO ANCHE PER LA DIAGNOSI PREIMPIANTO;non x pickup e transfer ovviamente.
NON E' COLPA DI NESSUNO: in ogni passaggio della tecnica si perde tempo e molto "materiale" e alla fine, come nel mio caso, se da 14 ovociti passi a soli 2 fecondabili, è chiaro che il rischio di non poterne trasferire neanche 1 è alto.
Sono molto provata dalle mie vicissitudini (come tutte voi) ma ho voluto fare questa precisazione perchè non vorrei dare l'impressione di aver perso ogni obiettività nel valutare le cose che mi succedono, sparando a zero su qualcuno solo perchè sono delusa per il fallimento.