giovedì 25 febbraio 2010

Disconosce la figlia. Era nata in provetta ma io non lo sapevo

Repubblica — 22 febbraio 2010 pagina 18 sezione: CRONACA

ROMA - Inseminazione eterologa, una forma di tradimento. Soprattutto se fatta di nascosto dal marito. È questa la teoria con cui un figlio ha fatto ricorso contro una sentenza del tribunale civile di Roma che riconosceva suo padre come genitore di una bambina di tre anni. La storia ha inizio nel 2000. Un chirurgo romano di fama internazionale e una sua assistente si innamorano: lui ha 76 anni, lei 35. Dopo due anni decidono di avere un figlio. Ma senza successo. Così scelgono di ricorrere all' inseminazione omologa. Anche in questo caso, però, niente da fare. Ma la donna un figlio lo vuole tanto, al punto da andare in Spagna, all' insaputa del coniuge (almeno secondo la difesa di lui) poiché in Italia l' inseminazione eterologa (con il seme di un donatore estraneo) non è legale. Resta incinta e nel 2003 nasce una bambina. La coppia è felice e tutto sembra andare per il meglio. Fino a quando lui, il presunto padre, non scopre di non poter avere figli: gli esami sul suo liquido seminale sono chiari. Parlano di "azospermia sopravvenuta". In pratica, l' età lo ha reso sterile. La scoperta distrugge la famiglia: il professore si separa dalla moglie e la cita in giudizio chiedendo di disconoscere la sua paternità sulla piccola, geneticamente non figlia sua. L' inseminazione artificiale eterologa, secondo il medico, non era stata concordata. La difesa della moglie, però, tra le carte del processo porta anche un documento in cui il marito accettava l' inseminazione in provetta omologa e, in caso di fallimento di questa, anche eterologa. Firma che l' uomo dice essere falsa, ma che il giudice ha probabilmente considerato vera: la sentenza del 2008 del Tribunale di Roma, Prima Sezione Civile, condanna il padre a riconoscere la bambina, nonostante la conclamata incapacità dell' uomo a procreare, e a pagare le spese legali dicendo che il chirurgo era favorevole all' inseminazione. Decisione contro cui l' anziano medico si è immediatamente appellato. La vicenda salta fuori solo ora, dopo che il figlio di primo letto del chirurgo, anche lui medico, di 41 anni, ha impugnato quella sentenza che ha scoperto solo in questi giorni. Decisione dettata, ovviamente, da motivi di eredità futura: il padre, infatti, è una persona molto facoltosa. E alla base della suo ricorso, curato dagli avvocati Anna Orecchioni e Giacinto Canzona, l' idea che l' inseminazione eterologa sia un vero e proprio atto di tradimento, secondo l' uomo sufficientea ottenere il disconoscimento di quella sorellastra nata da una provetta che, però, non conteneva il liquido seminale di suo padre.

MARIA ELENA VINCENZI

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