mercoledì 20 aprile 2011

Lo stress non compromette la fecondazione artificiale

Corriere della Sera - 20 aprile 2011

Secondo nuovi dati ansia e stanchezza non riducono le possibilità di concepimento con le tecniche in vitro

MILANO - Una rassegna pubblicata di recente sul British Medical Journal rassicura le donne che si sottopongono alle tecniche di fecondazione in vitro: lo stress emotivo causato dall’infertilità o da altri fatti della vita non sembrerebbe ridurre le possibilità di successo.

STRESS E ANSIA - La buona notizia è frutto dell’analisi, da parte di alcuni ricercatori britannici, dei dati raccolti in 14 studi precedenti su più di 3.500 donne con problemi di fertilità che avevano optato per la riproduzione assistita. Tutte le partecipanti erano state sottoposte a una valutazione di ansia e stress prima di procedere con i trattamenti per la fecondazione. Confrontando i dati sullo stato emotivo delle donne e le gravidanze portate a termine con successo, si è visto che le chance di successo delle donne più "stressate" non erano diverse da quelle delle compagne più serene. Piuttosto eventuali esiti negativi sarebbero più da attribuire all’età: i dati raccolti indicano infatti che la fecondazione in vitro ha successo in circa un terzo delle donne sotto i 35 anni, ma solo nel 5-10 per cento di quelle che hanno superato i 40.

RASSICURAZIONE - Molte donne con problemi di fertilità sono convinte che il proprio stress emotivo sia una delle cause dell’incapacità di concepire naturalmente o con l’aiuto delle procedure di fecondazione assistita. E in effetti quando non si riesce ad avere un figlio la frase che ci si sente più spesso dire da chi ci sta vicino è «rilassati e vedrai che resterai incinta». In realtà, fanno notare gli autori della rassegna, questo non è che uno dei tanti falsi miti che circondano il concepimento. «I dati che abbiamo raccolto dovrebbero rassicurare le donne che temono che il proprio stress emotivo, legato all’incapacità di concepire naturalmente o ad altri eventi negativi verificatesi in corso di trattamento, possano ridurre le possibilità di rimanere incinte» riferisce Jacky Bovin della School of Psycology della Cardiff University che ha guidato lo studio.

INFERTILITÀ IN ITALIA - Secondo i più recenti dai del Ministero della Salute l’infertilità in Italia riguarda circa il 30 per cento delle coppie, un dato simile a quello di altri Paesi industrializzati. Nel nostro Paese, solo nel 2008 sono state più di 59mila le coppie che si sono rivolte a uno dei centri autorizzati per la procreazione assistita, per un totale di più di 79mila cicli di trattamento, da cui sono state ottenute quasi 13mila gravidanze con 10.212 bambini nati vivi. Per quanto riguarda l’età media delle donne che accedono alla fecondazione assistita negli ultimi hanno è stato evidenziato un trend in aumento: nel 2005 l’età media era di 35 anni, mentre nel 2008 è salita a 36,1 anni, con un ciclo su 4 effettuato da donne con età superiore ai 40 anni.

Antonella Sparvoli

1 commento:

Marta ha detto...

almeno una "buona" notizia! mi sono sempre chiesta come fosse possibile rimanere tranquilla in mezzo a visite,eco, punture, dosaggi etc.. io nonostante la buona volontà non ci riesco proprio! magari dopo la prima volta e la prima delusione un po' ti tranquillizzi, ma l'attesa delle beta credo sia l'attesa più lunga che ci possa essere nella vita di una donna che vuole diventare mamma.
Complimenti per il blog.