martedì 10 aprile 2012

Barry e i suoi seicento fratelli il papà era il dottore della clinica

La Repubblica - 10 aprile 2012 — pagina 20 sezione: CRONACA

LONDRA - Quando negli Anni ' 40 il biologo Bertold Wiesner e sua moglie, la dott.ssa Mary Barton, fondarono una clinica per la fecondazione assistita a Londra, le loro attività furono presto definite alla Camera dei Lord "opera di Belzebù". Chissà che si sarebbe detto se si fosse saputo che lo stesso Weisner era il padre naturale di almeno 2/3 degli oltre 1500 bambini che la coppia aiutò a concepire tra il 1943 e il 1962. A scoprirlo mezzo secolo dopo sono stati due dei suoi circa 600 ignari figli biologici: un documentarista canadese, Barry Stevens, e un avvocato londinese, David Gollancz. Appreso a 12 anni di essere stato concepito grazie all' inseminazione artificiale, Gollancz ha prima individuato il suo padre biologico in Wiesner e si è poi messo alla ricerca dei suoi fratellastri rintracciandone almeno 11, tra cui Stevens. Insieme hanno scoperto che 12 persone su 18 concepite nella "clinica Barton", com' era chiamata, erano figli di Wiesner. «Secondo stime al ribasso, potrebbe avere fatto 20 donazioni l' anno e aver messo al mondo tra 300 e 600 bambini», ha detto Gollancz al Sunday Times. «Persino 1000», azzarda Stevens. Calcoli considerati "plausibili" dagli esperti. Oggi sarebbe vietato. Più che per delirio d' onnipotenza, Weisner donò per necessità. «Tutti i donatori sono molto intelligenti», diceva la dottoressa Barton nel ' 59. Del resto, date le alte parcelle, la clientela era altolocata, o persino aristocratica, e quindi esigente. Ma i donatori scarseggiavano, troppi tabù. «Non mi piace l' idea di essere un "prodotto" su larga scala. Ma incontrare i fratellastri che sono riuscito a rintracciare è stato emozionante», ha detto Gollancz. «È però frustrante sapere che molti non li incontrerò mai». La dottoressa Barton distrusse gli archivi prima di morire: la maggior parte della cosiddetta "Prole di Barton" non conoscerà mai la sua vera storia familiare.
 
ROSALBA CASTELLETTI

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