mercoledì 6 ottobre 2010

"Dal Nobel ai giudici fiorentini che felicità smantellare quella legge"

Repubblica - 6 ottobre 2010

Parla la ginecologa Claudia Livi del centro toscano Demetra che segue il caso della coppia che ha presentato il ricorso. "Abbiamo certificato che in Italia non era possibile ciò che altrove è un diritto". L'uomo è sterile e per la procreazione si è dovuto ricorrere alla banca del seme

Claudia Livi è la ginecologa del centro Demetra di Firenze che si occupa di fecondazione assistita. E per lei come per tutti i suoi colleghi oggi è un giorno di festa. "Un successo enorme, e una straordinaria coincidenza" dice, sottolineando come lo stop del Tribunale di Firenze arrivi "in concomitanza con il premio Nobel appena assegnato a Edwards, il padre della fecondazione assistita". E mentre la Chiesa scrive "una delle sue pagine peggiori condannando ancora una volta i progressi della scienza in questo campo".

La coppia era arrivata al centro Demetra con una diagnosi di infertilità del marito, causata da terapie subite nell'adolescenza, e, racconta Livi, "noi non abbiamo potuto che confermarla, certificando che il trattamento a quel punto necessario, cioè la fecondazione eterologa, non era possibile in Italia". Un atto dovuto, spiega la ginecologa, compiuto "nostro malgrado", ma che alla coppia è servito per proseguire la sua battaglia: "Avrebbero potuto sottoporsi al trattamento all'estero, ma la loro intenzione, giustamente, era di restare in Italia", ottenendo nel loro paese "ciò che in tanti altri paesi civili è già consentito". "Si parla tanto del diritto ad aver un figlio - osserva Livi - ma posta così la questione è sbagliata. Il vero diritto è un altro: quello di poter fare di tutto per averlo".

In Italia, però, con la legge 40, "entrata pesantemente nelle scelte riproduttive delle coppie", questo diritto è stato calpestato: "E adesso noi operatori, alle prese tutti i giorni con il dramma di persone in carne ed ossa, e non con astratti principi, non possiamo che esultare di fronte al progressivo smantellamento di una legge che abbiamo sempre ritenuto aberrante e gravemente lesiva della dignità delle persone".


MARIA CRISTINA CARRATU'

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