Corriere della Sera - 27 maggio 2008 - Pagina 2
ROMA - «Si è scomodato perfino Bagnasco...», commenta tra sé e sé l' ex ministro Livia Turco che a poche ore dalle dimissioni del governo Prodi ha emanato le nuove linee guida. È stata attaccata duramente, con l' accusa di aver voluto andare oltre la legge 40 introducendo modifiche favorevoli a genitori con malattie genetiche ereditarie. «In realtà non ho fatto che applicare in modo corretto, e senza interpretazioni, alcuni articoli - difende la scelta dei suoi tecnici l' attuale capogruppo pd alla Commissione Affari Sociali della Camera -. Il divieto di diagnosi sull' embrione era arbitrario e noi lo abbiamo tolto. Dare la possibilità a persone con gravi malattie di evitare di trasmetterle ai figli non è eugenetica. Le coppie hanno diritto di sapere, questo si chiama diritto alla salute. Sfido chiunque a dimostrare che abbiamo sbagliato». Visto che si continua a discutere e non passa settimana senza una polemica, la Turco indica due soluzioni. La prima: che il Parlamento torni a riflettere sul tema della fecondazione artificiale e cambi, se necessario secondo la maggioranza, il testo legislativo approvato quattro anni fa. «La seconda via è che per legge si stabilisca cos' è l' eugenetica. La diagnosi preimpianto, lo so, è una tecnica controversa perché in alcuni casi può diventare dannosa e perché non sempre il risultato è chiaro. Ma allora che si affrontino una volta per tutte questi problemi».
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