Roma, 7 giu. (Apcom) - Un convegno internazionale oggi a Roma ha fatto il punto sullo stato dell'arte della procreazione medicalmente assistita: una pratica - hanno sottolineato gli esperti - che non è più di nicchia, bensì "quasi di massa", ma la legge 40 è confusa e non riesce a rispondere alle esigenze di chi, sempre più, ricorre alle tecniche di fecondazone assistita e anzi favorisce il turismo procreativo.
Il convegno internazionale "POP A.R.T. La dimensione popolare della Riproduzione Assistita", è stato organizzato da Bioroma; in apertura il professore Massimo Moscarini, direttore del dipartimento di Scienze Ginecologiche, Perinatologia e Puericultura dell'Università "La Sapienza" di Roma, ha dichiarato: "In questo momento la via italiana alla procreazione medicalmente assistita sta dando frutti al di sopra delle aspettative che, dal punto di vista clinico, non ha nulla da invidiare alle strutture di altri paesi europei".
"Uno degli scopi di questo convegno - ha spiegato Mauro Schimberni, organizzatore del convegno e docente alla II facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università "La Sapienza" di Roma - è affrontare e approfondire il tema della dimensione popolare della Fecondazione Assistita che non è più un problema di nicchia, ma riguarda tutti i ceti. E inoltre trattare il tema del fattore maschile che incide al 50% sulle problematiche della riproduzione".
Tra i partecipanti anche Monica Toraldo di Francia, docente di Bioetica all'Università degli Studi di Firenze e membro del Comitato Nazionale di Bioetica, che ha criticato apertamente l'attuale legge sulla procreazione assistita: "Ritengo che la legge 40 sia confusa e contraddittoria perché sentita come legge che riguardava una piccola parte della popolazione. Il risultato della legge 40 è rimettere sotto tutela la madre trattata come una minorenne, oggetto di pratiche invasive".
"Inoltre la legge 40 può essere aggirata - spiega Monica Toraldo Di Francia. "Oggi c'è il turismo riproduttivo verso quei paesi europei più aperti e questo comporta l'accentuarsi delle disuguaglianze, perché sappiamo quanto può venire a costare di più. Chi non può permettersi questa spesa deve rinunciare alla genitorialità riproponendo così un modello di società gerarchica mentre il nostro sistema sanitario è legalitario. Bisogna rendersi conto che oggi il ricorso alla PMA è un fenomeno quasi di massa e molti tabù sono caduti".
"Quello che mi preoccupa è la progressiva ideologizzazione della procreazione - ha concluso Toraldo di Francia - i soggetti sono diventati gli ovuli, gli embrioni, gli zigoti e si perde, così, la complessità del processo procreativo."
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