Corriere della Sera - 19 febbraio 2011
Nuova bufera sul servizio di procreazione assistita: esposto alla Guardia di Finanza
E' il primo intoppo. «In ottobre chiamo nuovamente per iniziare i trattamenti - prosegue la testimonianza -, ma quando l'ostetrica mi sta dando telefonicamente i dosaggi ormonali si accorge che non mi hanno ancora consegnato il piano terapeutico. La Fivet salta anche in ottobre ». La donna è presa dallo sconforto; ma decide lo stesso di proseguire. «Faccio un tentativo di Fivet a novembre - afferma -, tuttavia durante i trattamenti non mi fanno fare l'ecografia e alla fine mi interrompono la terapia perché avevo maturato solo un ovocita. Disperata chiamo la dottoressa, che pensavo avesse seguito la mia terapia e scopro che lei non poteva più accedere alle cartelle delle pazienti per disposizioni interne. Inoltre lei mi dice che la terapia era stata sbagliata». Si arriva così all'incredibile epilogo. «Chiedo di parlare con il direttore - conclude la donna -, mi concedono solo il medico che mi aveva seguita. Questo dottore prima si giustifica, dicendo che nessuna legge impone le ecografie; poi mi propone di rifare la Fivet in gennaio, avvertendomi però che non posso pretendere in un ospedale pubblico di essere seguita sempre dallo stesso medico e che in sala operatoria possono capitarmi anche degli specializzandi. Così alla fine mi dice: "Io lavoro anche in un centro privato e lì seguo le pazienti dall'inizio alla fine"». Ieri mattina, dopo aver girato l'esposto alla Finanza, Cestrone ha convocato i vertici della Ginecologia: attorno al tavolo il direttore della Clinica Giovanni Battista Nardelli, il responsabile del centro di crioconservazione dei gameti Carlo Foresta, la direttrice della Divisione Maria Teresa Gervasi. La riunione è servita per ristabilire ruoli e responsabilità; ma per la prima volta è stata ventilata anche l'ipotesi di una clamorosa chiusura del Centro di Pma.
Giovanni Viafora
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