Repubblica - 3 febbraio 2011
Coniugi di Parma avevano chiesto, sulla base di una sentenza della Corte europea dei Diritti dell'uomo, che fosse ordinato in via d'urgenza al ginecologo a cui si erano rivolti di effettuare l'eterologa
Il tribunale di Milano ha eccepito l'incostituzionalità della legge sulla procreazione medicalmente assistita, la cosiddetta legge 40, e ha inviato gli atti alla Consulta. Alla base della decisione la tesi secondo cui la norma, laddove vieta la fecondazione eterologa e prevede sanzioni alle strutture che dovessero praticarla, "non garantisce alle coppie cui viene diagnosticato un quadro clinico di sterilità irreversibile il diritto fondamentale alla piena realizzazione della vita privata familiare".
I giudici della prima sezione civile, investendo della questione la Corte Costituzionale - così come qualche mese fa è stato fatto a Firenze e Catania -, hanno accolto il ricorso di una giovane coppia di Parma, assistita da un pool di legali. I due coniugi, prima della scorsa estate, avevano chiesto, sulla base di una sentenza della Corte europea dei Diritti dell'uomo in una controversia promossa da alcune coppie infertili contro l'Austria, che fosse ordinato in via d'urgenza al ginecologo a cui si erano rivolti di effettuare la fecondazione eterologa per via della completa e irreversibile infertilità del marito, sulla base della sentenza di Strasburgo. In alternativa, marito e moglie avevano chiesto di sollevare l'eccezione davanti alla Consulta. I giudici milanesi, come hanno fatto nei mesi scorsi i loro colleghi di Firenze e Catania, hanno scelto questa seconda strada.
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