Repubblica - 22 ottobre 2010
ROMA - Anche il tribunale di Catania ha sollevato la questione di legittimità costituzionale sulla parte della legge 40 che vieta la fecondazione eterologa, quella con seme o ovuli che arrivano da donatori esterni. La decisione ricalca in gran parte quella adottata dai giudici di Firenze due settimane fa. L'annuncio del nuovo ricorso è statoi dato da Marilisa D'Amico, docente di Diritto costituzionale all'università di Milano e membro del collegio legale, insieme con gli avvocati Costantini, Clara e Papandrea, che assiste la coppia che ha presentato il ricorso a Catania.
"Non si può discriminare una coppia in ragione del grado di sterilità", afferma l'avvocato D'Amico, ricordando che per la legge italiana una coppia che non ha ovuli o seme non può fare uso delle tecniche di fecondazione assistita essendo vietato il ricorso alla donazione. E' sulla base anche di questa considerazione che è stato presentato il ricorso urgente che il tribunale ha poi "girato" alla Consulta ritenendo non infondato il dubbio che quel divieto si scontri con la Carta costituzionale.
"Il tribunale di Catania ha sollevato la questione di legittimità costituzionale del divieto assoluto di fecondazione eterologa - ha aggiunto il legale - rispetto al principio di eguaglianza, diritto alla salute e conformità delle norme italiane a quelle europee". Nel ricorso, infatti, oltre alla Costituzione italiana si faceva riferimento alla sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo che quest'anno ha condannato l'Austria per il divieto di fecondazione eterologa identico a quello contenuto nella legge 40.
"Esprimiamo massima soddisfazione perché sulla scia del tribunale di Firenze anche il tribunale di Catania ha sollevato la questione di costituzionalità relativa al divieto di fecondazione eterologa della legge sulla fecondazione assistita". Questo il commento degli avvocati Filomena Gallo e Gianni Baldini, legali della coppia di Torino che ha ottenuto dai giudici di Firenze il rinvio alla Consulta della legge 40 in relazione al divieto di fecondazione eterologa. Baldini ha sottolineato come il tribunale di Catania abbia investito del caso la Consulta con le stesse argomentazioni sostenute a Firenze e "a dispetto delle obiezioni e delle critiche di taluni all'indomani dell'ordinanza fiorentina".
"E' evidente che prosegue l'attacco ideologico alla legge sulla procreazione assistita che invece ha già resistito perché è stata sostanzialmente confermata dalla pronuncia della Corte Costituzionale del 2009 e ha ormai dimostrato di dare buoni risultati", commenta invece il sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella che si è detta comunque "fiduciosa" rispetto alla nuova pronuncia che dovrà arrivare dalla Suprema corte "che già ha mantenuto l'impianto della legge".
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