domenica 22 novembre 2009

L' entità della «riserva» guida le scelte

Corriere della Sera - 22 novembre 2009 (Pagina 52)

Tre anni fa in Inghilterra fece discutere l' arrivo in commercio di Plan Ahead (pianifica in anticipo), un altro test di valutazione della riserva ovarica, che si spingeva a prevedere l' andamento della quantità di ovuli nell' arco di un paio di anni misurando tre ormoni: il follicolo-stimolante o FSH, che cresce all' avvicinarsi della menopausa; l' inibina B, secreta dai follicoli ovarici in minor quantità man mano che la riserva ovarica si assottiglia; l' ormone antimulleriano o AMH, che indica la quantità di ovuli in maturazione e cala perciò quando la riserva ovarica diminuisce. Anche in questo caso, visti i molti fattori in gioco quando si cerca un figlio, previsioni da prendere con le pinze. Tutto sommato, allora, è meglio sottoporsi ai test solo se serve davvero: «La valutazione della riserva ovarica si fa quando una donna non riesce a restare incinta, per capire se all' origine c' è una scarsa quantità di ovociti a disposizione - spiega Emilio Arisi -. Si misurano FSH ed estradiolo e si fa l' ecografia ovarica: dalle dimensioni dell' ovaio capiamo se ci sono ancora ovuli a sufficienza. Nei laboratori più attrezzati si eseguono anche i test dell' inibina B e di AMH per un quadro più completo». In questi casi conoscere la riserva ovarica ha un risvolto immediato sulle scelte di fecondazione assistita: se la riserva è scarsa, la capacità di rispondere alle stimolazioni con terapie ormonali è praticamente nulla e non ha senso tentare.

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