La Repubblica - 29 agosto 2012
Il ministro della Salute anticipa l'intenzione di andare in appello, ma al centro delle preoccupazioni c'è soprattutto il rapporto tra giustizia italiana e comunitaria. Contrario al ricorso il presidente della Camera Gianfranco Fini
ROMA - "Credo che sia forse opportuna una richiesta di un punto giurisdizionale fermo per quanto riguarda la Corte europea dei diritti dell'uomo e che dunque un ricorso da parte del nostro paese valga proprio a consolidare un punto di riferimento". Lo ha detto il ministro della Salute, Renato Balduzzi, rispondendo a margine di un convegno sul gioco d'azzardo circa il pronunciamento della Corte di Strasburgo sulla legge 40. E Gianfranco Fini "condivide" e "si riconosce" nella posizione espressa dalla deputata di Fli, Giulia Bongiorno sulla legge 40, "odiosa e sbagliata". La deputata di Fli ha invitato il governo a non presentare ricorso contro la sentenza della Corte di Strasburgo che ha bocciato la legge stessa.
E il ministro della Salute, "è riuscito a dare una lettura un po' frettolosa alla sentenza e ci stanno lavorando anche i miei uffici" tuttavia "ci sono poi dei profili di carattere processuale che andrebbero attentamente monitorati perché è chiaro che si riferiscono non solo al caso di specie ma a tutti i casi possibili". Il titolare del dicastero della Salute ha anche sottolineato: "Siccome stanno aumentando le ipotesi di confronto tra ordinamenti, quello italiano e quello del Consiglio d'Europa, credo che anche sotto questo profilo un nostro ricorso potrebbe servire a un chiarimento giurisprudenziale. Con riserva di un approfondimento, una volta presa in esame questa pronuncia, mi sembra che ci siano gli elementi per promuovere un ulteriore chiarimento giurisprudenziale".
Sulla sentenza dei giudici di Strasburgo che ha bocciato la legge italiana in quanto lesiva dei diritti umani, è intervenuto oggi anche il presidente della Cei Angelo Bagnasco. Il cardinale ha voluto sottolineare in particolare come "non si è passati attraverso la magistratura italiana" che è stata "surclassata". Parere opposto arriva invece dalla radicale Emma Bonino che ricorda come "questa è una legge ormai completamente svuotata da sentenze italiane ed europee. Resta l'articolo sul divieto di fecondazione eterologa, che aspetta una sentenza della Consulta".
E il ministro della Salute, "è riuscito a dare una lettura un po' frettolosa alla sentenza e ci stanno lavorando anche i miei uffici" tuttavia "ci sono poi dei profili di carattere processuale che andrebbero attentamente monitorati perché è chiaro che si riferiscono non solo al caso di specie ma a tutti i casi possibili". Il titolare del dicastero della Salute ha anche sottolineato: "Siccome stanno aumentando le ipotesi di confronto tra ordinamenti, quello italiano e quello del Consiglio d'Europa, credo che anche sotto questo profilo un nostro ricorso potrebbe servire a un chiarimento giurisprudenziale. Con riserva di un approfondimento, una volta presa in esame questa pronuncia, mi sembra che ci siano gli elementi per promuovere un ulteriore chiarimento giurisprudenziale".
Sulla sentenza dei giudici di Strasburgo che ha bocciato la legge italiana in quanto lesiva dei diritti umani, è intervenuto oggi anche il presidente della Cei Angelo Bagnasco. Il cardinale ha voluto sottolineare in particolare come "non si è passati attraverso la magistratura italiana" che è stata "surclassata". Parere opposto arriva invece dalla radicale Emma Bonino che ricorda come "questa è una legge ormai completamente svuotata da sentenze italiane ed europee. Resta l'articolo sul divieto di fecondazione eterologa, che aspetta una sentenza della Consulta".
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