Liste saltate, così il primario spiegava i pagamenti. Nuovi particolare sulla vicenda delle mazzette a Pieve di Cadore
BELLUNO — La segretaria del Centro di procreazione assistita di Pieve di Cadore conferma alle Fiamme Gialle che il dottor Carlo Cetera «aveva stravolto il registro». Tanto da riferire agli inquirenti che «telefonavano coppie lamentandosi che loro conoscenti li avevano preceduti nell’ordine di lista». Sono ulteriori elementi che emergono dall’oerdinanza d’arresto, che aveva portato agli arresti domiciliari, nell’ambito dell’inchiesta della Guardia di finanza di Belluno, l’ex primario di Ostetricia dell’ospedale di Pieve di Cadore, Carlo Cetera, 62 anni. Il medico è agli arresti domiciliari a Padova, per concussione, tentata concussione e interruzione di pubblico servizio. Secondo l’accusa si faceva pagare fino a 2.500 euro dai pazienti per far saltare le liste d’attesa alla procreazione assistita.
Ora si apprende che la segretaria, che teneva il registro del Centro aveva confermato che le liste venivano stravolte dal dirigente, che lei ignorava il motivo ma aveva notato che le modifiche erano cresciute soprattutto negli ultimi due mesi. Quasi il 50% degli inserimenti, per ogni singolo ciclo, non corrisponde. E poi ulteriori particolari emergono da interrogatori e intercettazioni. Tra le vittime anche un legale di Feltre, che il 7 novembre ammette di aver ricevuto la proposta: «Cetera ci ha spiegato che i soldi sarebbero andati ai biologi della Sismer. Già in quel momento ho iniziato ad avere qualche dubbio su quanto riferito da Cetera circa il pagamento richiesto, ma in quel momento eravamo euforici per la speranza di poter coronare il nostro sogno di avere un figlio. A metà maggio, all’atto della successiva consegna dei 2 mila euro nelle mani di Cetera nel mio studio di Feltre, avrei voluto fare molte domande al dottor Cetera, visto che avevamo realizzato che le modalità di richiesta del denaro erano sospette». Ma c’era in ballo «l’occasione di avere un figlio e mi son tagliato la lingua» perché capivamo che «Cetera i soldi li stava chiedendo per sé».
Ancora l’avvocato riferisce: «Tra il 27 e 28 maggio la mia compagna ha appreso della propria gravidanza naturale dal dottor S. durante una visita di controllo. Poi ad un colloquio lo stesso S. ci ha confermato, palesemente alterato, che il dottor Cetera non poteva chiedere denaro per l’esecuzione della fecondazione e ci ha invitato a denunciare il tutto spiegando che lui comunque avrebbe informato la direzione sanitaria». Poi le telefonate, come quella del 3 novembre: «Guardi - afferma il medico - io direi se può o se potete domenica, tipo che io torno su e posso per l’autostrada in qualche maniera trovarci da qualche parte, vi andrebbe bene?». E ancora: «E poi bisogna, mi dispiace dirglielo, che dovrebbe darmi quella cosa per i biologi, che le ho accennato». E l paziente: «Per?... Mi scusi?» E Cetera: «Eh dovevamo dare…». E il paziente: «Aahh!! Si si si si, certo certo glieli dò in contanti». Dallo stralcio di una denuncia di metà novembre un marito afferma: «Ci ha viscidamente ricordato che due anni e passa di attesa sono tanti e che pagando 2 mila euro avremmo avuto una scorciatoia e che ci avrebbe inserito subito a marzo per la procreazione», e l’uomo aggiunge «con mia moglie abbiamo pensato che la richiesta fosse sospetta, perché un professore si deve scomodare per venire da noi e perché non si vuol dire le cose per telefono?». Il 22 novembre una paziente chiama il dottore per comunicare di aver accettato la proposta. Cetera: «I biologi vanno via il fine settimana, se potessimo vederci prima del fine settimana andrebbe bene?».
Federica Fant
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