OGGI - 2 luglio 2012
La figlia di Roberto Vecchioni svela di essere diventata madre con la fecondazione artificiale. E racconta il suo amore per Alessandra
Francesca Vecchioni, figlia di Roberto, sceglie Oggi, in edicola da mercoledì, per raccontare il suo amore per la compagna Alessandra. E per svelare che hanno avuto due gemelle con la fecondazione eterologa, in Olanda. Pratica vietata in Italia, un divieto che recentemente la Corte europea ha giudicato legittimo, come confermato anche dalla Corte costituzionale italiana.
“SIAMO UNA FAMIGLIA” – “Voglio rendere pubblica la mia storia”, dice Francesca Vecchioni a Oggi, “per dimostrare che la famiglia nasce da un’unione sentimentale onesta e profonda che prescinde dal sesso dei suoi componenti”. Il parto delle due gemelle è avvenuto due mesi fa. “Mi sembra superfluo sottolineare che l’omosessualità non è una malattia, né un devianza. Io e la mia compagna Alessandra ci amiamo, abbiamo due figlie e vorremmo che fossero tutelate attraverso l’affermazione dei nostri diritti. È assurdo che, per esempio, nel caso io venissi a mancare la mia compagna per la legge italiana sarebbe una perfetta estranea rispetto alle bambine, le quali sarebbero le prime vittime di una situazione ingiusta”. E tornano in mente le le recenti parole di Antonio Cassano sui gay, con polemiche annesse e connesse.
IN OLANDA - Racconta a Oggi Francesca Vecchioni: “Io e Alessandra siamo andate in Olanda dove nessuno si è meravigliato per la nostra unione, trovando strano solo il fatto che non fossimo sposate. Abbiamo scelto l’Olanda perché in questo Paese la donazione è considerata un servizio sociale. Chi dona il seme lo fa gratuitamente e non può restare nell’anonimato. Se le nostre figlie vorranno, al compimento del sedicesimo anno potranno conoscere il loro padre biologico”.
E IL PADRE? - Non crede che ogni bambino dovrebbe avere un padre e una madre, chiede Oggi. “La domanda è inevitabile, ma tutte le recenti ricerche dimostrano che la capacità genitoriale prescinde dal sesso. Non per niente le più avanzate democrazie occidentali, come il Canada, la Gran Bretagna, la Germania e il Belgio hanno da tempo leggi che tutelano genitori e figli nella situazione mia e di Alessandra”, risponde Francesca. Che aggiunge: “Spero tanto che un giorno potremo sposarci. Potremmo farlo subito, a New York o a Oslo, dove il matrimonio omosessuale è consentito anche alle coppie non residenti. Ma io e Alessandra vogliamo sposarci in Italia. Ormai di famiglie come la nostra ce ne sono tante e non possono essere ignorate”.
FISICHELLA: “NON E’ RISPETTOSO PER I FIGLI” - All’intervista-confessione, Oggi accompagna un’inchiesta con il parere di sessuologi, psicologi, esperti di infanzia. E con l’autorevole opinione di monsignor Rino Fisichella. “Quando nasce una nuova vita il primo sentimento deve essere sempre quello della gioia. Sono contento per Nina e Cleo e le benedico”, scrive monsignor Fisichella. Che però precisa la posizione della Chiesa: “Un figlio non può essere solo la conseguenza del desiderio irrefrenabile di una persona adulta, ma frutto di un amore che, nella complementarità, permette la crescita e lo sviluppo armonico dei figli. Ciò che si ritiene un diritto per sé, non sempre è rispettoso del diritto del figlio che vorrebbe avere anche un padre!”.
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