lunedì 14 dicembre 2009

I medici le iniettano il seme sbagliato

Il mattino di Padova — 12 dicembre 2009 pagina 03 sezione: NAZIONALE

PADOVA. E’ uscita dalla Divisione ostetrica convinta di avere finalmente realizzato il proprio sogno, diventare mamma. Ma dopo poche ore si è ritrovata, suo malgrado, protagonista di un incubo: il seme che avrebbe potuto renderla madre, grazie alla fecondazione assistita, non era quello di suo marito, ma quello dello sconosciuto che le sedeva accanto nella sala d’aspetto del reparto. Un errore, provocato da uno scambio di provette, che ha sconvolto la sua vita. Sbaglio cui ha posto rimedio la pillola del giorno dopo, assunta dalla donna non appena il medico si è accorto dell’errore. Ora, di questa paradossale vicenda, restano le ferite all’animo di un’aspirante madre rimasta vittima dell’infertilità prima, di un errore umano poi: la coppia si è rivolta ad un legale per ottenere un congruo risarcimento per il danno subito.
LA VICENDA. Una giovane casalinga di 33 anni e suo marito, dopo diversi tentativi di concepimento in vitro avvenuti in cliniche private padovane e terminati con un nulla di fatto, la scorsa estate hanno bussato alla porta dell’unità operativa complessa di Ginecologia ed Ostetricia, convinti che quello fosse il luogo giusto dove poter avverare il loro sogno. Qualche mese per scoprire e risolvere i problemi che le impedivano il concepimento (un’endocrinosi per la quale è stata sottoposta ad un intervento) poi l’inseminazione. Il primo tentativo si rivela un buco nell’acqua. Un mese dopo, ad ottobre, la seconda prova, preceduta dalla consueta trafila di preparazione ormonale per la giovane donna. Viene consigliata alla coppia una duplice inseminazione, da effettuare in due giorni consecutivi, per far aumentare la probabilità del concepimento. Durante la prima fase tutto procede come da copione, poi accade l’impossibile.
L’ERRORE. Quella mattina a doversi sottoporre alla procedura di fecondazione in Divisione ostetrica le coppie sono due: la casalinga trentatreenne con il marito ed una coppia dell’Est. Ad ognuno di loro viene consegnato un numero. A questo punto le strade di uomini e donne si dividono: tutto avviene in quindici minuti. Le due donne vengono preparate per la fecondazione mentre gli uomini devono consegnare il liquido seminale per portare a termine l’operazione. Una questione di tempistica pare sia all’origine dell’errore. La coppia che doveva presentarsi per seconda all’appuntamento con i medici in realtà si è fatta avanti per prima. Uno scambio di orario, pochi minuti, cui non ha fatto seguito la ridefinizione dell’ordine delle provette. Risultato? La padovana è stata inseminata con il seme sbagliato.
LA PILLOLA. Quando è arrivato il momento di fecondare la seconda donna il medico si è accorto del fatale errore. Immediata è partita la telefonata alla coppia padovana, che abita in provincia di Padova. Ai due è crollato il mondo addosso: hanno fatto ritorno in via Giustiniani dove sono stati posti di fronte al ventaglio delle possibilità. In caso di concepimento la donna poteva scegliere di tenere il bambino, anche se di un uomo diverso dal marito. Oppure, per escludere ogni rischio di gravidanza dall’uomo sbagliato, poteva ricorrere alla pillola del giorno dopo, l’anticoncezionale che, se assunto entro poche ore dal rapporto sessuale impedisce l’instaurarsi della gravidanza. La donna ha optato per la seconda possibilità, buttando giù, dopo poche ore, le due compresse di Norlevo.
LA CAUSA. «La mia assistita - spiega Matteo Mion, legale della coppia - dopo quanto avvenuto è caduta in uno stato di grave depressione. La giovane coppia ha subito un danno importante. E’ per questo motivo che chiederemo un congruo risarcimento». La donna attualmente è stata sottoposta ad una serie di accertamenti clinici per escludere che durante l’inseminazione avvenuta con il liquido seminale sbagliato non abbia contratto malattie sessualmente trasmissibili.

Fabiana Pesci

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