Da donna moderna |
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Repubblica — 06 febbraio 2010 pagina 23 sezione: CRONACA
«Per la legge non saremmo neppure sterili e quindi a lungo fuori dalla possibilità di usufruire della legge sulla fecondazione assistita. Perché in realtà incinta io ci rimango, quindi non posso essere definita sterile, ma per traslocazioni cromosomiche, non riesco mai a portare avanti una gravidanza. Vengo da anni duri, anni bui, segnati da mille tentativi. Dalla scoperta di essere incita, da qualche settimana colorata di speranza e poi, regolarmente, l' aborto, la fine delle illusioni», racconta Maria, 35 anni, sposata con Stefano, 38, decisa a portare la sua storia in un' aula perché cambi la legge. «Dopo le ultime sentenze la legge ci consente la diagnosi pre impianto, però le statistiche ci sono contro: dovremmo produrre almeno 12 embrioni per poter avere un figlio che nasca, qualche speranza di superare il quarto mese di gravidanza. E allora abbiamo detto basta: l' unica soluzione è l' eterologa, l' ovodonazione. E non mi importa che mio figlio o mia figlia mi somigli, che non abbia il mio naso o i miei occhi. Crescerà dentro di me per nove mesi, lo partorirò. E quello sarà mio figlio: perché l' ho cercato, voluto e cresciuto con amore».
c.p.
Repubblica — 06 febbraio 2010 pagina 23 sezione: CRONACA
«Sogni una famiglia, fai progetti e poi un giorno ti dicono no, non c' è più niente da fare. Per te i giochi sono chiusi: menopausa precoce a 35 anni», racconta Stefania, libera professionista come il marito, coetaneo. Una donna combattiva, che non rinuncia, che considera l' essere genitore «un discorso complesso non solo questione di geni», e proprio per questo ha deciso anche di avviare le pratiche per fare un' adozione, anche se i tempi lunghi della burocrazia la spaventano un po'. Ma non rinuncia. Non ci sta all' idea che in Italia le sia vietato provare ad avere un figlio. «L' eterologa, la donazione di un ovocita, è l' unica strada possibile per diventare madre visto che sono in menopausa, come accade normalmente a 50 anni passati». Ma in Italia la donazione di gameti è vietata. «Io non voglio stare al di fuori dalla legge, ma la legge è ingiusta perché mi tratta come una cittadina di serie B. Chi ha pochi ovuli ha qualche possibilità, fa la stimolazione ormonale, la fecondazione assistita. Per me nulla, accetti e basta, o fai la fuorilegge e vai all' estero. Per questo ricorro, sperando che la mia storia, il mio dolore, il senso di vuoto servano a far cambiare le cose. Ad evitare in futuro ad altri le mie stesse sofferenze».
c.p.